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Impero tedesco

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Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Impero tedesco (disambigua).
Impero tedesco
Motto:
(DE) Gott mit uns
(IT) Dio con noi
Impero tedesco - Localizzazione
Impero tedesco - Localizzazione
L'Impero tedesco nel 1914, alla vigilia della prima guerra mondiale (senza le colonie)
Dati amministrativi
Nome completoReich tedesco
Nome ufficialeDeutsches Reich
Lingue ufficialiTedesco
Lingue parlateFrancese
Polacco
Ceco
Olandese
Sorabo
Basso tedesco
Alto tedesco
Lituano
Yiddish
Frisone settentrionale
Danese
InnoHeil dir im Siegerkranz (inno imperiale)

Die Wacht am Rhein (non ufficiale, popolare)

Das Lied der Deutschen (non ufficiale, popolare)
Capitale Berlino  (1 744 085 ab. / 1917)
Dipendenze Impero coloniale tedesco
Ober Ost
Polonia (bandiera) Regno di Polonia
Regno di Finlandia
Regno di Lituania
Ducato di Curlandia e Semigallia
Ducato Baltico Unito
Bielorussia (bandiera) Repubblica Popolare Bielorussa
Etmanato
Politica
Forma di StatoImpero
Forma di governoMonarchia costituzionale pura a carattere federale
Imperatore tedesco
  • Guglielmo I (1871-1888)
  • Federico III (1888)
  • Guglielmo II (1888-1918)
  • Cancelliere del Reich
  • Otto von Bismarck (1871-1890)
  • Leo von Caprivi (1890-1894)
  • Chlodwig zu Hohenlohe (1894-1900)
  • Bernhard von Bülow (1900-1909)
  • Theobald von Bethmann (1909-1917)
  • Georg Michaelis (14 luglio 1917-31 ottobre 1917)
  • Georg von Hertling (1917-1918)
  • Massimiliano di Baden (3 ottobre 1918-9 novembre 1918)
  • Organi deliberativiReichstag
    Nascita18 gennaio 1871 con
    Guglielmo I
    CausaGuerra franco-prussiana
    Fine9 novembre 1918 con
    Guglielmo II
    CausaSconfitta nella prima guerra mondiale e istituzione della Repubblica di Weimar
    Territorio e popolazione
    Bacino geograficoEuropa centrale
    Territorio originalePrussia
    Massima estensione540 858 km² nel 1910[1]
    Popolazione41 058 792 nel 1871[2]
    56 367 178 nel 1900[2]
    64 925 993 nel 1910[2]
    67 800 000 nel 1914
    Economia
    ValutaGoldmark
    Religione e società
    Religione di StatoProtestantesimo
    Religioni minoritarieCattolicesimo, Ebraismo
    Stati costituenti del Reich tedesco nel 1914.
    Evoluzione storica
    Preceduto daGermania (bandiera) Confederazione Tedesca del Nord
    Regno di Baviera
    Regno di Württemberg
    Granducato del Baden
    Granducato d'Assia
    Succeduto daGermania (bandiera) Repubblica di Weimar
    Belgio (bandiera) Belgio
    Francia (bandiera) Terza Repubblica francese
    Lituania (bandiera) Lituania
    Polonia (bandiera) Repubblica di Polonia
    Danimarca (bandiera) Danimarca
    Territorio della Saar
    Città Libera di Danzica
    Ora parte diBelgio (bandiera) Belgio
    Danimarca (bandiera) Danimarca
    Francia (bandiera) Francia
    Germania (bandiera) Germania
    Lituania (bandiera) Lituania
    Polonia (bandiera) Polonia
    Russia (bandiera) Russia
    Rep. Ceca (bandiera) Rep. Ceca

    Impero tedesco, noto anche come Impero germanico[3], Germania imperiale[4] o Secondo Reich[5][N 1] (Zweites Reich), e ufficialmente designato come Reich tedesco (Deutsches Reich; noto retrospettivamente anche come: Deutsches Kaiserreich[N 2]) sono le denominazioni con cui ci si riferisce comunemente allo Stato monarchico che governò i territori della Germania nel periodo che va dal conseguimento dell'unificazione tedesca il 18 gennaio 1871 fino all'abdicazione del Kaiser Guglielmo II il 9 novembre 1918.

    Il nome ufficiale dello Stato rimase anche durante il periodo della Repubblica di Weimar e sino alla fine della seconda guerra mondiale. La capitale era Berlino, la valuta il Goldmark, l'inno imperiale Heil dir im Siegerkranz e l'inno nazionale non ufficiale Die Wacht am Rhein. La bandiera era un tricolore composto di tre bande orizzontali di eguali dimensioni, di colore nero, bianco e rosso. La famiglia imperiale regnante fu quella prussiana degli Hohenzollern.

    Dopo il 1850, i vari Stati che componevano l'Impero tedesco si svilupparono rapidamente e accrebbero notevolmente la propria produzione industriale, soprattutto per quanto riguarda carbone, ferro (e successivamente acciaio) e prodotti chimici, sviluppando, altresì, una vasta rete ferroviaria. Nel 1871 la Germania aveva una popolazione di 41 milioni di abitanti, saliti a 68 nel 1913, concentrati principalmente nei centri urbani.[6] Durante i suoi quarantasette anni di esistenza, l'Impero tedesco fu senza ombra di dubbio un gigante economico, industriale, tecnologico e scientifico, tanto che nel 1913 era la più grande economia d'Europa (avendo superato per prodotto interno lordo anche il Regno Unito) e la terza a livello mondiale (dopo Stati Uniti e Cina)[7], producendo ben l'8,8% della ricchezza del pianeta[8][7]; inoltre, anche a livello manifatturiero era la più grande potenza industriale d'Europa[9] e disponeva dell'esercito più potente del mondo.[9]

    L'unificazione tedesca, la nascita e le conseguenze

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    Lo stesso argomento in dettaglio: Proclamazione dell'Impero tedesco e Unificazione tedesca.

    Dopo l'unificazione tedesca e la proclamazione dell'Impero tedesco, il nuovo Stato europeo adottó la realpolitik autoritaria del cancelliere prussiano Otto von Bismarck, che ne fu il primo capo di governo. Questi, al fine di raggiungere il suo scopo, riuscì nel suo intento attraverso tre successi militari principali:

    1. In primo luogo, si alleò con l'Impero austriaco allo scopo di sconfiggere la Danimarca nella seconda guerra dello Schleswig combattuta durante il 1864, acquisendo in questo modo lo Schleswig-Holstein.
    2. Nel 1866, in concerto con l'Italia, attaccò e sconfisse l'Austria nella guerra austro-prussiana, che culminò nella battaglia di Sadowa; questa vittoria nello stesso anno gli permise di escludere l'antico rivale austriaco quando formò la Confederazione della Germania del Nord, il diretto precursore dell'Impero del 1871, con gli Stati che avevano appoggiato la Prussia nel conflitto.
    3. Infine, sconfisse la Francia nella guerra franco-prussiana (1870-1871); la Confederazione venne trasformata in Impero con l'incoronazione del re prussiano Guglielmo I come imperatore tedesco, al palazzo di Versailles, per somma umiliazione dei francesi.
    La proclamazione dell'Impero tedesco nella Reggia di Versailles. Bismarck è raffigurato con la divisa bianca al centro del dipinto

    Bismarck stesso preparò a grandi linee la Costituzione della Germania del Nord del 1866, che sarebbe poi diventata, con qualche aggiustamento, la Costituzione dell'Impero tedesco del 1871. La Germania divenne quindi una monarchia costituzionale: disponeva infatti di un Reichstag, un parlamento con poteri formalmente limitati, ma de facto con pieni poteri legislativi, eletto direttamente con suffragio maschile. Comunque, la legislazione richiedeva anche il consenso del Bundesrat, il consiglio federale dei deputati degli Stati, nel quale la Prussia godeva, essendo il più grande e popoloso fra gli Stati tedeschi, di grande influenza grazie al maggior numero di delegati. Il potere esecutivo era investito dall'imperatore, il Kaiser, che nominava il cancelliere imperiale; ciò avveniva formalmente solo per volontà dell'imperatore, ma, poiché il cancelliere non godeva di alcun potere di legiferare, a differenza dei suoi colleghi stranieri, egli era fortemente dipendente dalla Dieta. Mentre gli Stati minori mantenevano i propri governi, le forze armate erano controllate del governo federale. Anche se autoritario per molti aspetti, l'Impero permise lo sviluppo dei partiti politici.

    L'unificazione della Germania significò anche l'assorbimento dell'intero Regno di Prussia in essa. La Prussia rimase la componente più rilevante nell'Impero, tanto che il Kaiser di Germania era anche Re di Prussia. Le tre nuove province: Prussia Orientale, Prussia Occidentale e provincia di Posen, che prima erano al di fuori della Confederazione germanica, vennero incorporate nel futuro Stato tedesco. Un'altra provincia, la Slesia, era stata parte del Sacro Romano Impero assieme alla Boemia fino allo scioglimento di quest'ultimo. Comunque, queste province avevano una nutrita popolazione polacca; l'annessione di queste pose la Germania in conflitto coi polacchi. Siccome la popolazione polacca cresceva più rapidamente e l'Ostflucht fece emigrare i tedeschi dall'est verso la Germania occidentale, le province orientali divennero gradualmente sempre più a maggioranza polacca.

    L'unico fattore dell'anatomia sociale di questi governi era il mantenimento di una sostanziale fetta di potere politico da parte dell'élite terriera, gli Junker, a causa dell'assenza di istanze rivoluzionarie da parte dei contadini, e delle aree urbane. Tuttavia, le politiche interne di Bismarck giocarono un grande ruolo nel forgiare la cultura politica autoritaria del secondo Reich. Meno preoccupato dalla politica delle potenze continentali che seguirono l'unificazione del 1871, il governo semi-parlamentare tedesco portò avanti una rivoluzione politica ed economica dall'alto, relativamente tranquilla, che spinse la Germania lungo la via per diventare la principale potenza industriale dell'epoca.

    La morte di Bismarck e l'impero austro-ungarico

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    Dopo la morte di Guglielmo I nel marzo 1888, durante il cosiddetto Anno dei tre imperatori, Federico III, suo figlio e successore, regnò solo per novantanove giorni, lasciando la corona al giovane e impetuoso Guglielmo II, che costrinse Bismarck a lasciare l'incarico nel marzo 1890.

    L'opposizione interna del Partito Socialdemocratico (SPD) crebbe fino a renderlo il maggiore partito socialista al mondo, prendendo un terzo dei voti nelle elezioni del gennaio 1912 per il Reichstag, il parlamento imperiale. Il governo, cionondimeno, rimase nelle mani di una coalizione conservatrice appoggiata dai liberali di destra e dal clero cattolico, e pesantemente dipendente dal favore del Kaiser.

    La prima guerra mondiale e la fine

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    L'Impero tedesco durante la prima guerra mondiale, poco prima del suo collasso:

         Impero tedesco (1871–1918)

         Stati fantoccio (1917–1918)

         Territori occupati(1914–1918)

    L'equilibrio europeo si ruppe quando l'Austria-Ungheria, alleata della Germania fin dal 1879, dichiarò guerra alla Serbia (luglio 1914), dopo l'assassinio, avvenuto a Sarajevo, dell'erede al trono austriaco. La Germania sostenne gli obiettivi del suo leale alleato in Serbia e firmò un "assegno in bianco" perché li perseguisse con ogni mezzo ritenuto necessario. La Serbia era appoggiata dalla Russia, che era a sua volta alleata con la Francia. A seguito della decisione russa per la mobilitazione generale (ovvero, contro Austria-Ungheria e Germania), la Germania dichiarò guerra a Russia e Francia, in quello che fu definito un attacco preventivo.

    Questo fu l'inizio della prima guerra mondiale. Nonostante i successi iniziali, la Germania e i suoi alleati soffrirono la sconfitta militare davanti a un nemico rafforzato nel 1917 dagli Stati Uniti. Il Kaiser Guglielmo II venne spinto in esilio (novembre 1918) da una rivoluzione guidata da elementi dell'SPD e da gruppi comunisti, che in seguito organizzarono il loro piano per ottenere il potere (gennaio 1919).

    Nel giugno 1919 il trattato di Versailles pose fine formalmente alla guerra. Venne firmato nella Sala degli specchi del Palazzo di Versailles, lo stesso luogo dove il Secondo Reich era stato proclamato quasi mezzo secolo prima. La Germania perse territori a favore di Francia, Belgio, Danimarca, Lituania, della ripristinata nazione polacca, oltre a tutte le colonie, e fu condannata a pagare pesanti riparazioni di guerra per le sue presunte responsabilità nello scoppio del conflitto.

    Organizzazione

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    L'Impero era una confederazione di venticinque Stati sovrani e di un "Territorio dell'impero" (l'Alsazia-Lorena) sotto il governo del re di Prussia, il quale, in quanto presidente della confederazione, rivestiva il titolo di imperatore tedesco (Deutscher Kaiser) ed esercitava la rappresentanza estera del Reich.[N 3] Il potere legislativo era esercitato dalla Dieta Imperiale (Reichstag) e dal Consiglio Federale (Bundesrat). La Dieta Imperiale era composta da 397 deputati, eletti a suffragio universale e diretto. Il secondo era composto di 58 plenipotenziari, nominati dai singoli sovrani in numero proporzionale all'importanza del proprio Stato federato; la Prussia, disponendo di diciassette voti in virtù della sua maggiore dimensione e popolazione, era arbitra in ogni questione. La Confederazione era retta dalla costituzione del 16 aprile 1871 che poneva la politica estera, finanziaria, economica, doganale, le grandi scelte di politica interna e l'esercito nelle mani del governo centrale.

    Il governo era retto da un Cancelliere e da Segretari di Stato che non dipendevano dalla maggioranza parlamentare, bensì unicamente dal Kaiser, che aveva il potere di nominarli e di sospenderli e poteva prorogare o sciogliere il Parlamento.

    Il potere legislativo era diviso fra il Reichstag, eletto a suffragio universale maschile ogni cinque anni, e il Consiglio Federale, il Bundesrat.

    Il Reichstag discuteva le leggi, ma queste non diventavano esecutive se non erano approvate dal Bundesrat.

    I partiti politici

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    I partiti rispecchiavano le differenziazioni tra i gruppi e le classi sociali. La destra era costituita dal Partito Conservatore Tedesco (Deutschkonservative Partei) e dal Partito Conservatore Liberale (Freikonservative Partei), cui aderivano i grandi proprietari terrieri e gli aristocratici. I ceti borghesi dell'industria e del commercio costituivano la base del Partito Nazionale Liberale (Nationalliberale Partei), alla cui sinistra si collocava il Partito del Progresso Tedesco (Deutsche Fortschrittspartei).

    Il Partito di Centro Tedesco (Deutsche Zentrumspartei, noto anche semplicemente come Zentrum, Centro), aveva una forte impronta cattolica e un carattere interclassista, e si oppose con decisione al Kulturkampf bismarckiano.

    Una particolare importanza ebbe il costante rafforzamento del socialismo tedesco, il nemico che Bismarck non fu capace di spezzare. Il Partito Socialdemocratico di Germania era nato nel 1875, al congresso di Gotha, grazie all'unificazione tra l'Associazione Generale dei Lavoratori Tedeschi (Allgemeiner Deutscher Arbeiter-Verein), creata nel 1863 da Ferdinand Lassalle, e il Partito Operaio Socialdemocratico di Germania (Sozialdemokratische Arbeiterpartei Deutschlands), di orientamento marxista, fondato nel 1869 da Wilhelm Liebknecht e August Bebel. Il nuovo partito sopravvisse all'ondata repressiva durata dal 1878 al 1890, rafforzandosi costantemente insieme al movimento sindacale, fino a diventare alla fine del secolo la forza guida della Seconda Internazionale.

    Il sistema giuridico

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    Lo stesso argomento in dettaglio: Costituzione dell'Impero tedesco.
    Crimineː condannati in proporzione alla popolazione nell'Impero tedesco (e, come confronto, anche in Francia e Italia), 1882–1886

    Le leggi e i sistemi giudiziari dei vari stati erano molto diversi e posero enormi complicazioni, specialmente per il commercio interno. A parte un codice commerciale comune, già introdotto dalla Confederazione nel 1861 (venne adattato per l'Impero e, con grandi modifiche, è ancora in vigore), c'erano poche similitudini tra le leggi.

    Nel 1871, venne introdotto un Codice Penale comune (Reichsstrafgesetzbuch); nel 1877, vennero stabilite delle procedure processuali comuni tramite il Gerichtsverfassungsgesetz, il Zivilprozessordnung e il Strafprozessordnung (sistema giudiziario, procedure civili e procedure penali). Nel 1873 la costituzione venne emendata per permettere all'Impero di sostituire i numerosi e ampiamente diversi Codici Civili degli stati (ad esempio, parti della Germania precedentemente occupate dalla Francia Napoleonica avevano adottato il Codice Civile francese, mentre in Prussia l'Allgemeines Preußisches Landrecht del 1794 era ancora in vigore). Nel 1881, s'istituì una prima commissione per produrre un Codice Civile comune a tutto l'Impero. Seguì un intenso lavoro, che avrebbe prodotto il Bürgerliches Gesetzbuch (BGB), probabilmente uno dei più impressionanti lavori legali del mondo. Il BGB entrò in vigore il 1º gennaio 1900. Queste codificazioni, anche se con molti emendamenti, sono in vigore ancora oggi.

    Nel periodo compreso fra il 1871 e gli inizi del XX secolo la Germania rivelò un così possente dinamismo capitalistico tale da eclissare quello della Gran Bretagna e della Francia.

    L'industria tedesca, dopo un periodo d'intenso sviluppo fra il 1871 ed il 1873, nel giro di pochi anni superò la crisi mondiale del 1873 iniziando una fase di espansione che andò intensificandosi sempre di più a partire dagli anni ottanta.

    Anche l'agricoltura tedesca non decadde in conseguenza dell'industrializzazione, ma si modernizzò notevolmente. Lo sviluppo economico andò di pari passo con un forte incremento demografico.

    I produttori tedeschi non si limitarono a sottrarre il mercato interno alle esportazioni britanniche, ma negli anni '70 del XIX secolo, iniziarono a far concorrenza alla Gran Bretagna sui mercati mondiali. L'industrializzazione progredì velocemente in Germania e negli Stati Uniti, permettendo a questi due paesi di prevalere sui "vecchi" capitalismi francese e britannico. L'industria tessile e metallurgica tedesca, ad esempio, aveva sorpassato i concorrenti britannici per organizzazione ed efficienza tecnica già all'inizio della Guerra Franco-Prussiana, ed espulso i prodotti britannici dal mercato tedesco. Entro la fine del secolo, le industrie metallurgiche e dell'ingegneria tedesche avrebbero lavorato molto per il mercato di scambi della Gran Bretagna.

    Le basi per le crescenti tensioni fra la Germania da un lato e Gran Bretagna e Francia, quest'ultima desiderosa di riparare alla sconfitta del 1870, dall'altro, erano poste chiaramente.

    Dopo aver ottenuto l'unificazione formale nel 1871, Bismarck dedicò molta della sua attenzione alla causa dell'unità nazionale e la conseguì attraverso l'ideologia del Prussianesimo. Il conservatorismo cattolico, concettualizzato dalla svolta del Vaticano di Papa Pio IX e del suo dogma dell'Infallibilità papale e il radicalismo della classe operaia, rappresentato dall'emergente Partito Socialdemocratico, furono sotto molti versi la reazione alle insicurezze di molti segmenti della società tedesca, che stava vivendo un rapido cambiamento da un'economia basata sull'agricoltura a un moderno capitalismo industriale. Mentre la pura e semplice repressione non riuscì a contenere socialisti e cattolici, l'approccio "del bastone e della carota" di Bismarck ammorbidì significativamente le opposizioni di entrambi i gruppi.

    Si possono riassumere gli obiettivi di Bismarck sotto tre parole chiave: Kulturkampf, riforma sociale e unità nazionale.

    Kulturkampf: a seguito dell'incorporazione degli stati cattolici del sud, il cattolicesimo, rappresentato dal partito cattolico di centro, sembrava la minaccia principale al nazionalismo militar-aristocratico prussiano. I cattolici del sud, provenienti da una più forte base agraria e suddivisi sotto le gerarchie di contadini, artigiani, clero e aristocrazia principesca dei piccoli stati, più spesso delle loro controparti protestanti del nord, ebbero dei problemi iniziali a competere con l'efficienza industriale e l'apertura ai commerci con l'estero degli Zollverein.

    La distribuzione delle confessioni religiose nell'Impero tedesco:
    i cattolici (tonalità di blu) e i riformati (tonalità rosa)

    Dopo il 1878 la lotta contro il socialismo avrebbe unito Bismarck con il partito cattolico di centro, portando una fine al Kulturkampf, che aveva lasciato nei cattolici un'irrequietezza maggiore di quanta non ne fosse esistita prima, e rafforzò il cattolicesimo in Germania piuttosto che indebolirlo.

    Riforma sociale: la creazione, da parte di Bismarck, di uno stato sociale particolarmente avanzato diede alla classe operaia un motivo per adottare il nazionalismo tedesco. Il sistema di previdenza sociale (sanità nel 1883, assicurazione sugli infortuni nel 1884, pensione di invalidità e di anzianità nel 1889) instaurato a quell'epoca era il più avanzato del mondo e, in parte, esiste ancora nella Germania odierna.

    Unificazione: gli sforzi di Bismarck iniziarono anche a livellare le enormi differenze tra gli stati tedeschi, che avevano avuto per secoli uno sviluppo indipendente, specialmente grazie alla legislazione.

    Il militarismo

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    Lo stesso argomento in dettaglio: Deutsches Heer (1871-1919) e Kaiserliche Marine.
    Bandiera di guerra dell'Impero tedesco in uso dal 1903 al 1918

    Uno dei sotto-prodotti della modernizzazione conservatrice fu il militarismo. Per unire le classi più alte – sia l'aristocrazia militare sia gli industriali – il militarismo si rivelò necessario per proseguire la modernizzazione senza cambiare le strutture sociopolitiche. Ognuna delle élite della coalizione governante del Secondo Reich trovò dei vantaggi nell'espansione oltremare: i gruppi industriali volevano il supporto imperiale per assicurare gli investimenti oltremare contro la competizione e le tensioni politiche interne; i burocrati volevano più possibilità d'impiego, gli ufficiali volevano promozioni e la nobiltà terriera voleva titoli. In un quadro sociale caratterizzato dalla crescita del sindacalismo, del socialismo e di altri movimenti di protesta durante l'era della società di massa, i gruppi dirigenti del secondo impero furono in grado di utilizzare l'imperialismo nazionalista per cooptare il supporto della classe operaia.

    Cavalcando i sentimenti dell'età Romantica di fine del XIX secolo, l'imperialismo inculcò nelle masse l'ammirazione per le virtù neo-aristocratiche e aiutò a instillare degli ampi sentimenti nazionalistici. Quindi, la Prussia – erede dello "Stato guarnigione" costruito da figure come Federico Guglielmo I e Federico il Grande nel XVIII secolo – riuscì a creare una macchina da guerra potente, non solo in grado di sfidare i rivali continentali come Austria e Francia, ma anche di rendere conosciuta la sua presidenza nell'arena della politica internazionale. E la Prussia, ovviamente, contrariamente alle potenze occidentali aveva avuto in passato poco potere al di fuori dell'Europa, essendo completamente priva di una storia coloniale.

    Gli imperialisti tedeschi ad esempio, sostenevano che la posizione di potenza mondiale dava ai britannici dei vantaggi ingiusti sui mercati internazionali, limitando così la crescita economica tedesca e minacciando la sua sicurezza. Molti statisti e industriali europei volevano accelerare l'occupazione dell'Africa, garantendosi le colonie prima ancora che divenissero strettamente necessarie. Il loro ragionamento era che i mercati potevano ben presto divenire sovrabbondanti e la sopravvivenza economica di una nazione dipendeva dall'essere in grado di scaricare il surplus di produzione da altre parti. In risposta, gli imperialisti britannici come Joseph Chamberlain conclusero che l'imperialismo formale era necessario al Regno Unito a causa del relativo declino della sua quota di esportazioni mondiali e della crescita della competizione economica da parte di tedeschi, americani e francesi.

    100 marchi del 1910 (fronte)
    100 marchi del 1910 (retro)

    Le tendenze economiche giocarono certamente un ruolo principale, spiegando perché gli statisti, da Jules Ferry a Francesco Crispi cercavano nuovi ruoli per le potenze emergenti da essi guidate, specialmente durante la Grande Depressione del 1873, ma gli spostamenti nell'equilibrio di potere europeo sono ciò che in ultima analisi facilitò l'espansionismo oltremare. Con l'ordine reazionario continentale, stabilito dal Congresso di Vienna, in frantumi, il fascino dell'imperialismo era un'opzione non solo per le tradizionali potenze di Francia e Regno Unito. I nuovi stati nazionali di Germania e Italia non erano più coinvolti in preoccupazioni continentali e dispute interne come prima della Guerra Franco-Prussiana.

    Così, Bismarck, un tempo apertamente disinteressato all'avventurismo d'oltremare, venne portato a realizzare il valore delle colonie per assicurarsi (nelle sue parole), "nuovi mercati per l'industria tedesca, l'espansione dei commerci, e nuovi campi per l'attività, la civiltà e il capitale tedesco". Le potenze centrali assolutiste, guidate da una recentemente unificata e dinamicamente industrializzata Germania, con la sua marina in espansione, che raddoppiò le sue dimensioni tra la Guerra Franco-Prussiana e la Grande Guerra, furono minacce strategiche ai mercati e alla sicurezza delle più consolidate potenze alleate e della Russia. Gli sforzi coloniali tedeschi a partire dal 1884 portarono solo a un piccolo impero d'oltremare, comparato a quelli di Francia e Regno Unito. Le successive iniziative di politica estera (soprattutto la grossa battaglia di flotte, sotto le leggi navali del 1898 e 1900) spinsero il Regno Unito all'allineamento diplomatico (l'Entente) con l'alleanza Franco-Russa, ancora appena avviata, al tempo della caduta di Bismarck.

    Dati sulla popolazione

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    A partire dal 1871, vennero effettuati censimenti nell'Impero tedesco appena costituito, continuando ogni cinque anni dal 1875 al 1910. Il primo censimento su larga scala nell'impero tedesco ebbe luogo nel 1895.

    L'ultimo censimento prebellico si tenne il 1º dicembre 1910, il censimento del 1915 fu cancellato, ma il 5 dicembre 1916 e 1917 si tennero due censimenti di guerra per organizzare la condivisione del cibo.

    Data Superficie nazionale in km² Popolazione Abitanti per km²
    1º dicembre 1871 541.561 41.058.792 76
    1º dicembre 1875 539.829 42.727.360 79
    1º dicembre 1880 540.522 45.234.061 84
    1º dicembre 1885 540.597 46.855.704 87
    1º dicembre 1890 540.504 49.428.470 91
    2 dicembre 1895 540.658 52.279.901 97
    1º dicembre 1900 540.743 56.367.178 104
    1º dicembre 1905 540.778 60.641.489 112
    1º dicembre 1910 540.858 64.925.993 120
    1º dicembre 1916 540.858 62.272.185 115
    5 dicembre 1917 540.858 62.615.275 116

    Lingue parlate

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    In base al censimento del 1900, su una popolazione totale di 56.367.178 abitanti vi erano 51.883.131 cittadini che parlavano la lingua tedesca come lingua madre o unica lingua, oltre a 252.918 bilingui tedeschi. La più grande minoranza era costituita dai polacchi, con una comunità di 3.086.489 persone (senza includere i 142.049 masuriani e 100.213 casciubi), ovvero il 5,4% della popolazione totale (il 6% contando anche masuriani e casciubi).[10] Il polacco e le altre lingue slave occidentali (6,28% in totale) erano parlate prevalentemente nei territori orientali. Una minoranza della popolazione dell'Impero (0,4%) parlava francese, la maggioranza dei quali nel territorio imperiale dell'Alsazia-Lorena, dove i francofoni costituivano l'11,6% della popolazione totale. Il censimento evidenziò anche i distretti in cui le minoranze superavano il 5% della popolazione locale, inclusi molti distretti in cui i tedescofoni erano una minoranza.[11]

    Lingua madre dei cittadini dell'Impero tedesco
    (1º dicembre 1900)[12]
    Lingua Numero Percentuale
    Tedesco[13] 51.883.131 92,05
    Tedesco e una lingua straniera 252.918 0,45
    Polacco 3.086.489 5,48
    Francese 211.679 0,38
    Dialetto masuriano 142.049 0,25
    Danese 141.061 0,25
    Lituano 106.305 0,19
    Casciubo 100.213 0,18
    Sorabo 93.032 0,16
    Olandese 80.361 0,14
    Italiano 65.930 0,12
    Moravo (ceco) 64.382 0,11
    Ceco 43.016 0,08
    Frisone 20,677 0.04
    Inglese 20.217 0,04
    Russo 9.617 0,02
    Svedese 8.998 0,02
    Ungherese 8.158 0,01
    Spagnolo 2.059 0,00
    Portoghese 479 0,00
    Altre lingue straniere 14.535 0,03
    Cittadini imperiali 56.367.187 100
    Il grande stemma di Sua Maestà Imperiale e Reale il Kaiser tedesco (1871-1918)

    Il governo di Bismarck - basato sulla cooptazione e coercizione reazionaria e sulla perpetuazione delle "virtù Junker" di militarismo, gerarchia e autocrazia – può essere meglio compreso considerando che la Germania era stata unificata da poco e, sotto certi aspetti, tenuta insieme da legami ancora assai tenui, che il potente vicino francese aveva per secoli perseguito la politica di mantenere gli stati tedeschi deboli e divisi e che il paese era stato più volte un campo di battaglia delle maggiori potenze europee, con le conseguenti devastazioni. Le prime memorie dei politici appartenenti alla generazione di Bismarck risalivano alle guerre napoleoniche e alle umiliazioni nazionali inflitte alla Prussia. Non solo l'interesse "di classe", ma pure la necessità di non mostrare debolezza all'estero rese indesiderabile per questi uomini l'adozione di maniere di governo più liberali.

    Come risultato, in Germania, come in Giappone e in Italia, i successivi tentativi di estendere la democrazia avrebbero portato alla creazione di democrazie instabili (la Repubblica di Weimar, il Giappone degli anni venti e l'Italia tra la fine della Grande Guerra e la nomina di Benito Mussolini a capo del Governo nel 1922). Ognuna di queste democrazie costituzionali non riuscì a far fronte ai gravi problemi quotidiani e alla riluttanza o incapacità di avviare delle riforme strutturali fondamentali.

    Nonostante gli avanzamenti in campo scientifico e industriale avvenuti sotto il Secondo Reich, la Germania mantenne quindi un aspetto dispotico, a causa delle sue inclinazioni militariste, avendo ottenuto l'unificazione "con sangue e ferro". I valori del repressivo "Stato guarnigione" prussiano, che vedono le proprie radici nel sistema repressivo dell'agricoltura prussiana risalente ai tempi della sconfitta dei Cavalieri teutonici, sarebbero stati portati a un nuovo estremo dal Terzo Reich.

    Il prussianesimo fece presa perché la prosperità soddisfaceva la base del ceto medio liberale. La sollecitudine dello Stato di assicurare il benessere materiale a tutti conquistò un ampio supporto, anche da parte della classe operaia. L'educazione tedesca emerse forte nei campi vocazionali, così come nella propaganda. Da parte dell'aristocrazia terriera arrivarono i concetti dell'inerente superiorità della classe governante e la sensibilità alle questioni dello status, tratti prominenti che si protrassero ben dentro al XX secolo. Nutrite da nuove fonti, queste concezioni sarebbero state in seguito volgarizzate e rese attraenti all'intera popolazione tedesca con le dottrine della superiorità razziale. Nonostante la notevole resistenza aristocratica, la burocrazia imperiale introdusse l'ideale della completa obbedienza alle istituzioni sopra le classi e l'individuo.

    Alla base di queste correnti ci fu un secolo di evoluzione economica, politica e culturale, che iniziò con un'agricoltura dominata per secoli dai metodi repressivi piuttosto che dal mercato. I contadini tedeschi erano non solo sotto lo sguardo repressivo dei proprietari terrieri, ma ancorati a villaggi e strutture di lavoro che favorivano la solidarietà, diminuendo il loro potenziale rivoluzionario. Quindi, nel reame della propaganda, i Junker stabilirono la, generalmente riuscita, lega agraria del 1894, stendendo il fondamento della dottrina nazista. La lega cercò il supporto dei contadini nelle aree non-Junker o nelle piccole fattorie, inculcando l'adorazione del Führer, l'idea dello Stato corporativo, il militarismo e l'antisemitismo. Avrebbe anche fatto la distinzione tra il capitale "predatorio" e quello "produttivo" usata poi dai nazisti, che era uno strumento usato per appellarsi ai sentimenti anti-capitalisti che aleggiavano tra i contadini.

    D'altro canto l'Impero garantì la libertà di stampa, la proprietà privata e riuscì a costruire un avanzato sistema di sicurezza sociale basato sulle assicurazioni obbligatorie, il cui nucleo è sopravvissuto agli sconvolgimenti di due guerre mondiali e al nazismo e ancora sopravvive. L'Impero aveva un moderno sistema elettorale per il parlamento federale, il Reichstag, in cui ogni maschio adulto aveva diritto di voto. Questo consentì ai socialisti e ai cattolici centristi di giocare un ruolo importante nella politica nazionale, sebbene entrambi i gruppi politici fossero ufficialmente visti, più o meno, come "nemici dell'Impero".[senza fonte]

    Quello dell'Impero è stato anche un periodo di enorme sviluppo per la vita culturale tedesca. Questo è vero sia per la ricerca e le università, quanto per le arti e la letteratura. Thomas Mann pubblicò I Buddenbrook nel 1901. Theodor Mommsen vinse il Premio Nobel per la letteratura un anno prima, grazie alla sua monumentale Storia di Roma. Pittori come quelli raccolti nei gruppi Der Blaue Reiter e Die Brücke diedero un contributo significativo all'arte moderna. L'edificio turbine dell'AEG[14] a Berlino di Peter Behrens (1909) è una pietra miliare dell'architettura moderna ed un esempio del funzionalismo emergente.

    La questione del Sonderweg ossia se la natura della società e della politica dell'Impero abbia reso inevitabile il Nazismo è tuttora dibattuta. Alcuni storici, come Fritz Fischer, Hans-Ulrich Wehler e Wolfgang Mommsen hanno sostenuto che, durante il Secondo Reich, un'élite aristocratica, reazionaria e "pre-moderna" penetrò in profondità nella società tedesca e, quindi, la Repubblica di Weimar era condannata al fallimento fin dall'inizio. Per altri studiosi, come Gerhard Ritter, solo la Prima Guerra Mondiale e il periodo ad essa successivo aprirono le porte al Nazismo.

    L'unificazione della Germania da parte di Bismarck ebbe anche un impatto significativo sull'Asia orientale. L'unificazione tedesca era considerata un modello per la riuscita modernizzazione del Giappone e per la meno riuscita modernizzazione della Cina agli inizi del XX secolo. Il codice civile tedesco divenne la base del sistema legale giapponese e della Repubblica Cinese e dopo il ritiro di quest'ultima a Taiwan rimane ancora la base del sistema legale lì vigente.

    Stati costituenti

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    Lo stesso argomento in dettaglio: Stati dell'impero tedesco.
    Colonialismo tedesco: in giallo il Venezuela (Klein-Venedig), dove si era svolto un tentativo di colonizzazione nel XVI secolo; in rosso alcuni stabilimenti coloniali tentati da vari Stati tedeschi (soprattutto il Brandeburgo) nel XVII secolo; in azzurro le colonie dell'Impero germanico alla vigilia della prima guerra mondiale

    Cancellieri dell'Impero (Reichskanzler)

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    Esplicative
    1. ^ Come "Primo Reich" si intende il Sacro Romano Impero (962 d.C. - 1806), come Terzo Reich la Germania nazista (1933-1945).
    2. ^ I tedeschi, quando si riferiscono al Reich del periodo monarchico, usano tipicamente il termine Kaiserreich (ossia impero); infatti la sola parola Reich non designa alcuna forma monarchica, ma solo uno Stato di notevole rilevanza
    3. ^ L'art. 11 della costituzione recitava: «La Presidenza della Confederazione appartiene al Re di Prussia, che porta il titolo di Imperatore Tedesco. L'Imperatore ha il compito di rappresentare il Reich secondo le norme del diritto internazionale, di dichiarare la guerra in nome del Reich e di fare la pace, di stipulare alleanze e altri trattati con Stati stranieri, di accreditare e ricevere gli ambasciatori.» (cfr. il testo della costituzione del Reich del 1871, riportato sul sito (DE) verfassungen.de).
    Riferimenti bibliografici
    1. ^ (DE) Impero tedesco: suddivisione amministrativa e comuni, 1900 al 1910, su gemeindeverzeichnis.de. URL consultato il 25 aprile 2007.
    2. ^ a b c (DE) Statistiche sulla popolazione dell'Impero Tedesco, 1871, su deutsche-schutzgebiete.de. URL consultato il 25 aprile 2007 (archiviato dall'url originale il 5 aprile 2007).
    3. ^ In italiano, fra il 1871 e il 1918, lo Stato era indicato anche con la locuzione di Impero germanico. [Gallucci]
    4. ^ Bülow.
    5. ^ Richard J. Evans, Il Terzo Reich al potere 1933-1939, traduzione di Alessio Catania, ebook, Milano, Mondadori, 2010, Prologo e passim, ISBN 9788852015496.
    6. ^ J. H. Clapham, The Economic Development of France and Germany 1815–1914 (1936)
    7. ^ a b Azar Gat, War in Human Civilization, Oxford University Press, 2008, p. 517, ISBN 978-0-19-923663-3.
    8. ^ Le otto più grandi economie del mondo nel 1913 erano, in ordine decrescenteː Stati Uniti (19,1% del PIL mondiale), Cina (8,9%), Germania (8,8%), Russia (8,6%), Regno Unito (8,3%), Francia (5,3%), Italia (3,5%), Giappone (2,3%). Vediː Azar Gat, op. cit.
    9. ^ a b Alessandro Barbero, Come scoppiano le guerre? La prima guerra mondiale, su festivaldellamente.it, Festival della mente di Sarzana, evento n.6 dell'edizione 2014. URL consultato il 24 novembre 2021.
    10. ^ Statistik des Deutschen Reichs. Band 150: Die Volkszählung am 1. Dezember 1900 im Deutschen Reich. Berlin, 1903, secondo il Deutsche Verwaltungsgeschichte 1871 - 1990 © 2006 by Dr. Michael Rademacher M.A., http://www.verwaltungsgeschichte.de/fremdsprachen.html
    11. ^ Sportwetten Verwaltung – Eine langwierige Geschichte, su verwaltungsgeschichte.de.
    12. ^ (DE) Fremdsprachige Minderheiten im Deutschen Reich, su verwaltungsgeschichte.de. URL consultato il 20 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 6 febbraio 2010).
    13. ^ Incluso il basso tedesco
    14. ^ Cfr. la foto Archiviato il 9 novembre 2015 in Internet Archive.

    Fonti primarie

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    Approfondimento

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    • Alberto Caracciolo, Alle origini della storia contemporanea, 1700-1870, Bologna, Il mulino, 1989. ISBN 88-15-02097-7.

    Voci correlate

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    Altri progetti

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    Collegamenti esterni

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