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Agnolo Bronzino

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Disambiguazione – "Bronzino" rimanda qui. Se stai cercando l'allievo talvolta indicato col suddetto nome, vedi Alessandro Allori.
Dettaglio del ritratto del Bronzino nella Trinità di Alessandro Allori (Cappella di San Luca, Basilica della Santissima Annunziata, Firenze)

Agnolo di Cosimo, detto il Bronzino (Monticelli di Firenze, 17 novembre 1503Firenze, 23 novembre 1572), è stato un pittore italiano.

Vissuto tutta la sua vita a Firenze e impegnato sin dalla fine degli anni 1530 alla corte di Cosimo I de' Medici, fu tra i più raffinati e mirabili pittori del primo manierismo, noto soprattutto per essere stato uno dei più abili e incisivi ritrattisti della Firenze del tardo Rinascimento.[1]

Oltre ai tanti ritratti, tra le sue opere vi sono molti soggetti religiosi e alcuni soggetti allegorici, tra cui spicca in particolare quella che probabilmente è la sua opera più conosciuta, Allegoria del trionfo di Venere (c. 154445), ora alla National Gallery di Londra.

Allievo del Pontormo, da cui attinse l'essenza tecnica del proprio stile, fu egli stesso maestro del pittore Alessandro Allori.[2]

Proveniva da una famiglia povera, figlio di un macellaio. Il soprannome "Bronzino" ("del colore del bronzo") è attestato per la prima volta nel 1529.

Dopo un apprendistato presso Raffaellino del Garbo, verso il 1515 iniziò a lavorare nella bottega di Pontormo (1494-1557), che influenzò la carriera pittorica del Bronzino.

Tra il 1523 e il 1525 collaborò con il maestro alle decorazioni del chiostro della certosa del Galluzzo e poi a quelle della cappella Capponi nella chiesa di Santa Felicita. L'affresco staccato con San Benedetto penitente della Badia fiorentina e il San Michele arcangelo e il demonio di Palazzo Madama a Torino sono fra le prime opere note dell'artista, mentre per la cappella Capponi in santa Felicita dipinse, secondo Vasari, due dei quattro tondi con le figure degli evangelisti. Già a questa data Bronzino ha assimilato così profondamente lo stile di Pontormo, che ancora oggi fra i critici non c'è accordo su quali dei tondi siano da attribuirsi al maestro, e quali all'allievo. Al sodalizio dei due appartiene anche il Pigmalione e Galatea degli Uffizi, che sempre Vasari[3] racconta essere stato dipinto come coperta del celebre alabardiere di Pontormo.

Al 1529 risale la Pietà con la Maddalena mentre nel 1531 si trasferì a Pesaro dove lavorò per la famiglia Della Rovere, partecipando alla decorazione ad affresco della Villa Imperiale, in collaborazione con i fratelli Dossi e Girolamo Genga.

Ben presto si afferma come apprezzatissimo ritrattista; fra i più precoci si ricordano il Ritratto di Guidobaldo Della Rovere in armi della Galleria Palatina e la Dama in rosso di Francoforte. Una nuova fase artistica il Bronzino la evidenziò con la serie di ritratti eseguiti dal 1530 al 1545, come l'Ugolino Martelli, e il Bartolomeo e Lucrezia Panciatichi, nei quali la verosimiglianza delle figure, rafforzata dai chiaroscuri, convive con un valore della forma metafisico.

La commissione più prestigiosa arrivò nel 1539, con la campagna dei lavori di ammodernamento di Palazzo Vecchio in seguito al matrimonio del granduca Cosimo I de' Medici con Eleonora di Toledo. In tale occasione il palazzo fu oggetto di una serie di lavori di abbellimento per divenire dimora della coppia granducale e Bronzino fu incaricato della decorazione della cappella privata della granduchessa, che portò a termine fra il 1540 e il 1545 realizzando gli affreschi della volta e delle pareti, la pala d'altare e altre tele. La pala, con la Deposizione, tuttora considerata uno dei suoi capolavori, fu all'epoca così ammirata dal cancelliere dell'imperatore Carlo V che Cosimo decise di fargliene dono chiedendo poi al pittore di realizzarne una copia identica che ancora si può vedere nella cappella. In questo periodo divenne il ritrattista ufficiale di corte realizzando la celebre serie dei ritratti dei figli di Cosimo oltre che dello stesso granduca e di Eleonora, destinati alla tribuna degli Uffizi, oltre a una serie di ritratti commissionati anche dagli alleati come i Doria. In questo periodo eseguì dipinti a sfondo sacro e profano e un notevole numero di cartoni per l'Arazzeria medicea.

Nel 1541 il Bronzino entrò nell'Accademia Fiorentina e realizzò il Passaggio del Mar Rosso raggiungendo l'apice della sua qualità artistica aggiungendo al manierismo una idealizzazione plastica ispirata dagli esempi scultorei michelangioleschi.

Nel 1548 si recò a Roma e alla morte di Pontormo, avvenuta nel 1557, si occupò di finire gli affreschi del coro della chiesa di San Lorenzo a Firenze.

Venne nominato riformatore dell'Accademia delle arti del disegno nel 1563 e in seguito venne reintegrato dopo l'espulsione nell'Accademia Fiorentina.

Morì il 23 novembre del 1572 nella casa dell'allievo Alessandro Allori e venne sepolto nella chiesa di San Cristoforo degli Adimari. Il Bronzino viene collocato nella corrente pittorica manieristica.[4]

Ebbe, sembra, relazioni sentimentali con il maestro Pontormo prima e con Alessandro Allori poi.[senza fonte] Con quest'ultimo convisse fino alla morte. L'amore per il Pontormo e per l'Allori sono oggetto di alcune delle poesie del Bronzino.[5][6]

Lo stesso argomento in dettaglio: Opere del Bronzino.
  1. ^ "Chi è Angelo Bronzino? Il suo vero nome è Angelo di Cosimo di Mariano, nasce in un sobborgo di Firenze nel 1503 e muore nel 1572. Già a quindici anni è nell'atelier di Jacopo Carucci detto il Pontormo ma aveva avuto in precedenza un praticantato con Raffaellino del Garbo. [...] In seguito il Bronzino è diventato uno dei pittori più aulici e più ricercati dell'ambiente fiorentino. [...] I ritratti fatti dal Bronzino sono degli autentici capolavori e il piglio aristocratico degli effigiati è sottolineato da una tecnica impeccabile (le carnagioni dei personaggi sono come d'avorio) e da un idealismo plastico freddo, gelido, senza ombra di commozione o di intenerimento. Nessuno meglio del Bronzino ha rappresentato quella classe aristocratica [...] Bronzino è stato anche un pittore sacro, [...] ed è stato anche un eccellente pittore ad affresco, il cui capolavoro, in Palazzo Vecchio, è la Cappella detta "di Eleonora da Toledo". Anche questi affreschi sono di un'impeccabile elaborazione compositiva e formale ed eseguiti in modo incredibilmente perfetto. Il Bronzino ha anche eseguito molti quadri di privata devozione, soprattutto Sacre famiglie, Madonne col Bambino [...]", da, Federico Zeri, Un velo di silenzio, Milano, Rizzoli, 1999. ISBN 8817863521.
  2. ^ Mario Tinti, BRONZINO, Angiolo, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 28 maggio 2019.
  3. ^ Giorgio Vasari, Vite dei più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri, Vita Di Iacopo Da Puntormo Pittore Fiorentino.
  4. ^ "Le Muse", De Agostini, Novara, Vol. II, pag.435.
  5. ^ Emmanuel Cooper, The Sexual Perspective: Homosexuality and Art in the Last 100 Years in the West, New Edition, 2010.
  6. ^ glbtq >> arts >> Bronzino, Agnolo Archiviato il 1º luglio 2012 in Internet Archive..
  • Albertina Furno, La vita e le rime di Angiolo Bronzino, Pistoia, Flori, 1902.
  • Mario Tinti, Bronzino, Firenze, Istituto di edizioni artistiche, 1920.
  • Bronzino, Firenze, Fratelli Alinari, 1927.
  • Luisa Becherucci, Bronzino, Firenze, Electa, 1949.
  • Federico Zeri, Agnolo Bronzino: il San Giovanni Battista della Cappella di Palazzo Vecchio, in "Paragone", 27 marzo 1952.
  • Andrea Emiliani, Il Bronzino, Busto Arsizio, Bramante, 1960.
  • Franco Russoli (a cura di), Bronzino, Milano, Fabbri, 1966.
  • Edi Baccheschi (coordinata da), L'opera completa del Bronzino, Milano, Rizzoli, 1973.
  • Maura Boffito et al., Bronzino, Milano, Fabbri, 1989.
  • Alessandro Cecchi, Agnolo Bronzino, Bagno a Ripoli, Scala, 1996.
  • Federico Zeri e Marco Dolcetta (testi basati sui colloqui fra), Bronzino. Allegoria del trionfo di Venere, Milano, Rizzoli-Rcs Libri, 1998.
  • John T. Spike, La favola di Apollo e Marsia di Agnolo Bronzino, Firenze, Polistampa, 2000.
  • Bronzino, Novara, De Agostini, 2001.
  • Antonio Paolucci, Bronzino, Firenze, Giunti, 2002. ISBN 88-09-02642-X
  • Maurizia Tazartes, Bronzino, Milano-Ginevra, Rizzoli-Skira, 2003. ISBN 88-7423-131-8
  • Giuliano Tanturli, Formazione d'un codice e d'un canzoniere. Delle rime del Bronzino pittore libro primo, Firenze, Le lettere, 2004.
  • Louis Godart (a cura di), Giuseppe negli arazzi di Pontormo e Bronzino. Viaggio tra i tesori del Quirinale, s.l, s.n., 2010.
  • The Drawings of Bronzino, exh. cat. ed. by Carmen C. Bambach, contr. by Elizabeth Pilliod, Marzia Faietti, Janet Cox-Rearick, Philippe Costamagna, The Metropolitan Museum of Art, New York ISBN 978-1-58839-354-8, 978-0-300-15512-9
  • Bronzino: pittore e poeta alla corte dei Medici, a cura di Antonio Natali e Carlo Falciani, Palazzo Strozzi, Firenze 2010. ISBN 978-88-7461-153-9.
  • Claudio Strinati, Bronzino, Roma, Viviani, 2010. ISBN 978-88-7993-146-5.
  • James M. Bradburne (a cura di), Bronzino rivelato. Segreti di tre capolavori, Firenze, Alias, 2010. ISBN 978-88-96532-20-1.
  • Roberto Piumini, Cerchi nei quadri. Venti scene nascoste nel Bronzino, Firenze, Alias-Fondazione Palazzo Strozzi, 2010. ISBN 978-88-96532-19-5.
  • Antonio Geremicca, Agnolo Bronzino. "La dotta penna al pennel dotto pari", Roma, UniversItalia, 2012. ISBN 978-88-6507-340-7.
  • Bronzino, Milano, Rizzoli/Skira-Corriere della Sera, 2012.
  • Marco Ciatti e Diane Kunzelman (a cura di), Il Nano Morgante di Agnolo Bronzino. Un dipinto "a due dritti" restaurato, Firenze, Edifir, 2012.
  • Andrea Emiliani (a cura di), Apollo e Marsia, Pan e Mida. Un'opera giovanile del Bronzino, Milano, Skira, 2013. ISBN 978-88-572-1859-5.
  • Bronzino, De Chirico e altri restauri per Casa Siviero. 19 ottobre 2013 - 6 gennaio 2014. Firenze, Museo Casa Siviero, 2 voll., Firenze, Regione Toscana, 2013.
  • Luciano Marras, Emanuela Grifoni (a cura di), La Pietà di Agnolo Bronzino. Indagine diagnostiche, Pisa, Art-Test, 2014. ISBN 978-88-909320-1-4.
  • Il principe dei sogni. Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino, Catalogo della Mostra tenuta a Roma, Milano e Firenze nel 2015, Milano, Skira, 2015. ISBN 978-88-572-2796-2.
  • Novella Maggiora, Un itinerario di fede e spiritualità: da Cimabue a Bronzino, Roma-Firenze, ATS Italia Editrice-Comunità Francescana Santa Croce, 2016. ISBN 978-88-6875-643-7.
  • Sefy Hendler, Un mostro grazioso e bello. Bronzino e l'universo burlesco del Nano Morgante, Firenze, Maschietto, 2016. ISBN 978-88-6394-113-5.
  • Francesco Saracino, Eros e Cristo. Michelangelo, Cellini, Bronzino, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2019. ISBN 978-88-498-5861-7.

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