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Bartolomeo Giuliano

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Busto di Bartolomeo Giuliano a Brera.

Bartolomeo Giuliano (Susa, 15 agosto 1825Milano, 12 aprile 1909) è stato un pittore italiano considerato il capostipite dei pittori segusini.

Le Villi, 1906 (Fondazione Cariplo)

I suoi genitori, Valeriano (di professione medico) e Angela Maria De Paoli, originari di Mocchie, si stabilirono a Susa nel 1797[1]. Qui nacque nel 1825. Si trasferisce nel 1832 a Torino[2], dove si forma all'Accademia Albertina seguendo i corsi di disegno di Giovanni Battista Biscarra e di pittura tenuti da Carlo Arienti[3].

Nel 1845, terminati gli studi accademici, lavora in studio con l'amico e collega Giovanni Battista Arnaud; dal 1846 partecipa alle esposizioni della locale Promotrice di Belle Arti, con opere di soggetto storico-letterario e di paesaggio d'impronta romantica.

Dopo diversi anni di viaggi di formazione tra Sardegna e Toscana[4], nel 1857 è chiamato da Enrico Gamba come assistente alla cattedra di disegno di figura a Torino; ricopre poi lo stesso ruolo presso l'Accademia Militare e, con Raffaele Casnedi, all'Accademia milanese di Brera, dove si trasferisce nel 1860 con la moglie Federica Gervasoni (1838-1915), pittrice di origine genovese.

L'anno successivo partecipa all'Esposizione Nazionale di Firenze e negli anni seguenti è costantemente presente alle manifestazioni torinesi e milanesi con soggetti sacri, paesaggi, scene di genere di gusto borghese, sicuramente influenzate dai contatti con gli ambienti della Scapigliatura lombarda e dalle opere del naturalista francese Jules Breton[5].

Dal 1866 esegue ad affresco le allegorie dell'Asia e dell'Industria per le lunette della cupola della Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, poco dopo sostituite dagli attuali mosaici[6]. Con opere ispirate alla riviera ligure, dove ha residenza (a Quarto) dopo aver abbandonato l'insegnamento, partecipa all'Esposizione universale di Parigi del 1878 e alle esposizioni internazionali d'arte di Venezia del 1895 e 1897. Nel 1906 è presente all'Esposizione Nazionale di Milano.

Muore a Milano il 12 aprile 1909[7]; nel cortile dell'Accademia di Belle Arti di Brera e al Cimitero monumentale di Milano si trovano fusioni in bronzo di un suo ritratto a mezzo busto realizzate dallo scultore Giulio Branca.

Tra i suoi allievi la svizzera Valeria Pasta Morelli (1858-1909)[8], Adolfo Feragutti Visconti[9], Aleardo Villa e il trentino Alcide Davide Campestrini (1863–1940).

«...Giuliano tratta i soggetti e li svolge con una forma artistica che viene man mano arricchendo armoniosamente delle nuove conquiste tecniche dell'arte del suo tempo. Ecco il segreto del favore che le opere sue incontrano presso il pubblico e presso gli artisti»

Dopo gli esordi caratterizzati da uno stile prettamente romantico, derivato dall'influenza di Enrico Gamba del quale è assistente presso l'Accademia Albertina, la frequentazione degli ambienti milanesi lo porta a originare soluzioni stilistiche sempre più moderne, derivate dagli artisti della Scapigliatura lombarda e da Tranquillo Cremona[10]. In seguito, la sua maturità artistica lo conduce allo sviluppo di uno stile personale, naturalistico e sempre al passo con i tempi[11], espresso principalmente in quadri di genere e marine.

Opere principali

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  1. ^ Guido Ferrero su Calendario Segusium del 1991
  2. ^ Susa: il grande pittore ottocentesco Bartolomeo Giuliano che dipinse il Barbarossa, su https://www.lagendanews.com. URL consultato il 22 febbraio 2023.
  3. ^ ABC. Rivista d'arte. Artisti dell'ottocento, Giovanni Reduzzi, 1934, pp.11-13
  4. ^ Il secolo XX. Rivista popolare illustrata, Numero 7, 1908, pp.515-518
  5. ^ Il ritorno dai campi, su https://catalogo.beniculturali.it. URL consultato il 22 febbraio 2023.
  6. ^ Bartolomeo Giuliano, su https://www.istciechimilano.it. URL consultato il 22 febbraio 2023.
  7. ^ Il buon cuore. Giornale settimanale per le famiglie, 1909, pp.124
  8. ^ Valeria Pasta Morelli, su https://www4.ti.ch. URL consultato il 23 febbraio 2023.
  9. ^ Adolfo Feragutti Visconti, su https://hls-dhs-dss.ch. URL consultato il 24 febbraio 2023.
  10. ^ La Rassegna nazionale, Volume 37, 1887, pp.473-474
  11. ^ Pittura e scultura in Piemonte 1842-1891. Catalogo cronografico illustrato della esposizione retrospettiva, Antonio Stella, 1893, pp.540
  12. ^ I quadri di figura, su https://www.museo-vela.ch. URL consultato il 23 febbraio 2023.
  13. ^ Ritratto di donna, su https://www.lacarrara.it. URL consultato il 23 febbraio 2023.
  14. ^ Marina in tempesta, su https://www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 23 febbraio 2023.

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN56883251 · ISNI (EN0000 0000 6663 0217 · Europeana agent/base/44183 · ULAN (EN500005444 · BNF (FRcb149682856 (data)