Albert Vögler
Albert Vögler | |
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Deputato del Reichstag | |
Durata mandato | 1920 – 1924 |
Deputato del Reichstag | |
Durata mandato | 1933 – 1945 |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Popolare Tedesco (1920-1924) Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori (1933-1945) |
Professione | Imprenditore |
Albert Vögler (Essen, 8 febbraio 1877 – Herdecke, 14 aprile 1945) è stato un imprenditore e politico tedesco.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlio di un direttore di un impianto minerario della Ruhr, studiò al Realgymnasium e si laureò in ingegneria meccanica al Technischen Hochschule Karlsruhe.[1] Dopo aver lavorato come ingegnere metallurgico alla Georgsmarienhütte di Osnabrück e come ingegnere capo all'acciaieria Dortmunder Union AG, dopo l'acquisizione di quest'ultima da parte della Deutsch-Luxemburg entrò a far parte del consiglio d'amministrazione, e nel 1915 venne promosso direttore generale della società.[1][2]
Di idee conservatrici, fu tra i fondatori del Partito Popolare Tedesco, con cui fu eletto deputato nel 1920.[1][2] Lo stesso anno fondò insieme a Hugo Stinnes il Rhein-Elbe-Union GmbH, un gruppo minerario scaturito dalla fusione di Deutsch-Luxemburg, Gelsenkirchener Bergwerks AG e Bochumer Verein für Bergbau und Gussstahlfabrikation, che pochi mesi dopo si fuse con il gruppo Siemens dando vita al gruppo Siemens-Rhein-Elbe-Schuckert-Union GmbH (SRSU).[1] Nel 1924, in opposizione alla politica moderata e legalitaria del Partito Popolare Tedesco, si avvicinò alle posizioni del Partito Popolare Nazionale Tedesco.[1] Successore di Emil Kirdorf a capo del potente cartello Rheinisch-Westfälischen Kohlesyndikats ("Consorzio del carbone Reno-Westfalia"), presidente e membro dei consigli di sorveglianza di numerose aziende, fu tra i delegati tedeschi chiamati a negoziare il piano Young, ma abbandonò la delegazione ritenendo insostenibili le richieste di risarcimento.[1] Attratto dal suo anti-marxismo e dalla promessa di mettere fine alla democrazia parlamentare, a partire dal 1930 iniziò a sostenere e a finanziare massicciamente Adolf Hitler e il partito nazista.[1][2] Con la salita al potere del nazismo Vögler oltre a entrare nuovamente a far parte del Reichstag ricevette numerose cariche di prestigio, tra cui la carica di plenipotenziario del Reich per la nazionalizzazione delle miniere di carbone della Renania-Westfalia.[1][2]
Nel 1944 sfuggì all'arresto per disfattismo grazie alla protezione di Albert Speer.[2] Nell'aprile del 1945, sul punto di essere tratto in arresto dalle truppe americane, si suicidò.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Albert Vögler in Max-Planck-Gesellschaft
Controllo di autorità | VIAF (EN) 808691 · ISNI (EN) 0000 0000 4239 8281 · LCCN (EN) no2002113172 · GND (DE) 118805592 · BNF (FR) cb14534387w (data) |
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