Procedimenti giudiziari a carico di Silvio Berlusconi: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 339: Riga 339:


=== Il caso Ruby ===
=== Il caso Ruby ===
Le accuse sono conseguenti alla vicenda della allora diciassettenne [[Marocco|marocchina]] [[Karima El Mahroug]] ([[Fkih Ben Salah]], [[1º novembre]] [[1992]]), detta ''Ruby Rubacuori'', accompagnata per identificazione in quanto sospettata di furto e priva di documenti di riconoscimento, nella serata del [[27 maggio]] [[2010]] presso la Questura di Milano di via Fatebenefratelli.<ref name=rep281010>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/politica/2010/10/28/news/davanzo_ruby-8503315/|titolo=Ruby, le feste e il Cavaliere. "La mia verità sulle notti ad Arcore"|pubblicazione=la Repubblica|data=28 ottobre 2010|accesso=17 gennaio 2013}}</ref> Intorno alle 18.15 una volante della polizia intervenne in Corso Buenos Aires 23, in seguito alla denuncia di un furto di circa 3.000 euro<ref name=rep311010>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/politica/2010/10/31/news/rapporto_maroni-8601545/|titolo=Ecco il rapporto che informò Maroni. "Così il premier intervenne quella notte"|pubblicazione=la Repubblica|data=31 ottobre 2010|accesso=17 gennaio 2013}}</ref> fatta da Caterina "Katia" Pasquino, coinquilina di Ruby<ref>{{Cita news|url=http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_marzo_26/ruby-processo-berlusconi-furto-marocchina-egiziana-2003832171744.shtml|titolo=Ruby, l'ex amica: «Si vantava di fare sesso con Berlusconi, ma diceva tante bugie»|pubblicazione=Corriere della Sera|data=26 marzo 2012|accesso=17 gennaio 2013}}</ref>. La brasiliana [[Michelle Conceicao Santos de Oliveira]], dopo aver chiamato senza successo [[Giuseppe Spinelli (ragioniere)|Giuseppe Spinelli]] e [[Nicole Minetti]], decise di telefonare all'allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per avvertirlo<ref name=Conceicao>{{Cita news|url=http://video.repubblica.it/dossier/ruby-inchieste/michelle-conceicao-a-la7-ho-imbrogliato-la-boccassini/65745/64287|titolo=Michelle Conceicao a La7: "Ho imbrogliato la Boccassini"|pubblicazione=la Repubblica|data=6 aprile 2011|accesso=16 gennaio 2013}}</ref>. Passate le 23.00, durante le operazioni di foto-segnalamento, Berlusconi e un membro della sua scorta personale telefonarono al Capo di Gabinetto della Questura, Dott. Pietro Ostuni, che al momento non si trovava fisicamente negli uffici della Questura ma presso la propria abitazione. Nelle telefonate gli facevano presente che presso le camere dei fermati della Questura era stata accompagnata una ragazza di origini nordafricane, gli chiedevano informazioni in merito al suo status in quanto la stessa veniva segnalata come una parente dell'allora [[Presidente egiziano|presidente]] [[Egitto|egiziano]] [[Hosni Mubarak]]. Inoltre affermarono che a breve sarebbe giunta sul posto per prenderla in affidamento [[Nicole Minetti]] (consigliere regionale del PdL) con incarico presso la presidenza del Consiglio dei ministri.<ref name=telefonata>{{cita news|url=http://www.corriere.it/politica/10_ottobre_30/sarzanini_conosciamo_ragazza_c857b278-e3f4-11df-9798-00144f02aabc.shtml|titolo=«Conosciamo questa ragazza non portatela in un centro»|autore=Fiorenza Sarzanini|pubblicazione=Corriere della Sera|data=30 ottobre 2010|accesso=17 gennaio 2013}}</ref><ref name=rep311010 /> Ostuni contattò quindi la dott.ssa Giorgia Iafrate, funzionario responsabile di turno presso la Questura, riferendogli la telefonata occorsa con la Presidenza del Consiglio, gli chiese di accelerare le operazioni di identificazione e di affidare successivamente Ruby alla consigliera regionale Minetti<ref>{{Cita news|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03/01/quella-maledetta-notte-in-questura-linterrogatorio-del-capo-di-gabinetto-ostuni/94575/|titolo=Quella maledetta notte in questura. L’interrogatorio del capo di gabinetto Ostuni|pubblicazione=[[Il Fatto Quotidiano]]|data=01 marzo 2011|accesso=26 ottobre 2012}}</ref><ref name=rep311010 />. Verso le 24.00 [[Nicole Minetti]] arrivò in Questura dichiarandosi disponibile a ricevere l'affidamento della ragazza facendo da garante<ref name=rep311010 /> e le fu spiegato che bisogna attendere l'autorizzazione del [[Pubblico ministero (ordinamento italiano)|P.M.]] di turno della Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori, [[Anna Maria Fiorillo]],<ref name=telefonata /><ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/politica/2010/10/30/news/minetti_intervista-8575281/|titolo="Silvio mi disse: vai in questura e chiedi di prenderla in affido"|pubblicazione=la Repubblica|data=30 ottobre 2010|accesso=17 gennaio 2013}}</ref>. Nonostante l'identificazione avesse appurato che Karima El Mahroug non era di nazionalità egiziana, ma di origine marocchina e nonostante Annamaria Fiorillo cui spettava la decisione sull'affidamento di Ruby, avesse disposto di trattenerla presso i locali della Questura per la notte per poi destinarla il mattino successivo in una comunità protetta, la stessa fu data in affido alla consigliera regionale [[Nicole Minetti]]<ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/politica/2010/10/30/news/ruby_comunita-8588856/|titolo=Milano, la scelta del pm dei minori. "Ruby doveva andare in comunità"|pubblicazione=la Repubblica|data=30 ottobre 2010|accesso=17 gennaio 2013}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/cronaca/2010/11/10/news/ruby-pm-8958126/|titolo=Ruby, il pm minori smentisce Maroni. "Mai dato l'autorizzazione all'affido"|pubblicazione=la Repubblica|data=10 novembre 2010|accesso=17 gennaio 2013}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/politica/2010/11/11/news/fiorillo_ruby-8985895/|titolo=Pm Fiorillo: "Con la Questura ebbi un alterco. Nipote di Mubarak? E io sono Nefertiti, risposi"|pubblicazione=la Repubblica|data=11 novembre 2010|accesso=17 gennaio 2013}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.corriere.it/cronache/10_novembre_14/fiorillo-annunziata-televisione_2118e382-effd-11df-aa12-00144f02aabc.shtml|titolo=Maroni non ha detto la verità|pubblicazione=[[Il Corriere della Sera]]|data=14 novembre 2010|accesso=26 ottobre 2012}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/pm_non_autorizz_affidamento_di_ruby_a_minetti_la_questura_non_la_chiam/notizie/124905.shtml|titolo=«Pm non autorizzò affidamento di Ruby a Minetti: la questura non la chiamò»|pubblicazione=[[Il Messaggero]]|data=31 ottobre 2010|accesso=26 ottobre 2012}}</ref>. In Questura entrarono anche Miriam Loddo, ex "meteorina" che partecipò qualche volta a ''[[Uomini e donne]]''<ref>{{Cita news|url=http://www.liberoquotidiano.it/news/cronaca/1119787/Caso-Ruby--Loddo--ero-in-questura-per-fermo-Karima.html|titolo=Caso Ruby: Loddo, ero in questura per fermo Karima|pubblicazione=Libero|accesso=17 gennaio 2013}}</ref><ref name=conceicao2>{{Cita news|url=http://espresso.repubblica.it/dettaglio/ruby-la-teste-che-inchioda-b/2183949|titolo=Ruby, la teste che inchioda B.|autore=Paolo Biondani||pubblicazione=l'Espresso|data=8 giugno 2012|accesso=16 gennaio 2013}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/11/ruby-3/226343/|titolo=Ruby: anche la Loddo in Questura per salvare "l’amica Lucia". Cioè Berlusconi|pubblicazione=il Fatto Quotidiano|data=11 maggio 2012|accesso=17 gennaio 2013}}</ref> e [[Michelle Conceicao Santos de Oliveira|Michelle Conceicao]]<ref name=conceicao2 /> la quale portò Ruby a casa sua<ref>{{Cita news|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/01/20/dopo-la-telefonata-di-b-in-questura-ruby-ando-via-con-una-prostituta/87434/|titolo=Dopo la telefonata di B. in questura Ruby andò via con una prostituta|pubblicazione=il Fatto Quotidiano|data=20 gennaio 2011|accesso=17 gennaio 2013}}</ref>.
Le accuse sono conseguenti alla vicenda della allora diciassettenne [[Marocco|marocchina]] [[Karima El Mahroug]] ([[Fkih Ben Salah]], [[1º novembre]] [[1992]]), detta ''Ruby Rubacuori'', accompagnata per identificazione in quanto sospettata di furto e priva di documenti di riconoscimento, nella serata del [[27 maggio]] [[2010]] presso la Questura di Milano di via Fatebenefratelli.<ref name=rep281010>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/politica/2010/10/28/news/davanzo_ruby-8503315/|titolo=Ruby, le feste e il Cavaliere. "La mia verità sulle notti ad Arcore"|pubblicazione=la Repubblica|data=28 ottobre 2010|accesso=17 gennaio 2013}}</ref> Intorno alle 18.15 una volante della polizia intervenne in Corso Buenos Aires 23, in seguito alla denuncia di un furto di circa 3.000 euro<ref name=rep311010>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/politica/2010/10/31/news/rapporto_maroni-8601545/|titolo=Ecco il rapporto che informò Maroni. "Così il premier intervenne quella notte"|pubblicazione=la Repubblica|data=31 ottobre 2010|accesso=17 gennaio 2013}}</ref> fatta da Caterina "Katia" Pasquino, coinquilina di Ruby<ref>{{Cita news|url=http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_marzo_26/ruby-processo-berlusconi-furto-marocchina-egiziana-2003832171744.shtml|titolo=Ruby, l'ex amica: «Si vantava di fare sesso con Berlusconi, ma diceva tante bugie»|pubblicazione=Corriere della Sera|data=26 marzo 2012|accesso=17 gennaio 2013}}</ref>. La brasiliana [[Michelle Conceicao Santos de Oliveira]], dopo aver chiamato senza successo [[Giuseppe Spinelli (ragioniere)|Giuseppe Spinelli]] e [[Nicole Minetti]], decise di telefonare all'allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per avvertirlo<ref name=Conceicao>{{Cita news|url=http://video.repubblica.it/dossier/ruby-inchieste/michelle-conceicao-a-la7-ho-imbrogliato-la-boccassini/65745/64287|titolo=Michelle Conceicao a La7: "Ho imbrogliato la Boccassini"|pubblicazione=la Repubblica|data=6 aprile 2011|accesso=16 gennaio 2013}}</ref>. Passate le 23.00, durante le operazioni di foto-segnalamento, Berlusconi e un membro della sua scorta personale telefonarono al Capo di Gabinetto della Questura, Dott. Pietro Ostuni, che al momento non si trovava fisicamente negli uffici della Questura ma presso la propria abitazione. Nelle telefonate gli facevano presente che presso le camere dei fermati della Questura era stata accompagnata una ragazza di origini nordafricane, gli chiedevano informazioni in merito al suo status in quanto la stessa veniva segnalata come una parente dell'allora [[Presidente egiziano|presidente]] [[Egitto|egiziano]] [[Hosni Mubarak]]. Inoltre affermarono che a breve sarebbe giunta sul posto per prenderla in affidamento [[Nicole Minetti]] (consigliere regionale del PdL) con incarico presso la presidenza del Consiglio dei ministri.<ref name=telefonata>{{cita news|url=http://www.corriere.it/politica/10_ottobre_30/sarzanini_conosciamo_ragazza_c857b278-e3f4-11df-9798-00144f02aabc.shtml|titolo=«Conosciamo questa ragazza non portatela in un centro»|autore=Fiorenza Sarzanini|pubblicazione=Corriere della Sera|data=30 ottobre 2010|accesso=17 gennaio 2013}}</ref><ref name=rep311010 /> Ostuni contattò quindi la dott.ssa Giorgia Iafrate, funzionario responsabile di turno presso la Questura, riferendogli la telefonata occorsa con la Presidenza del Consiglio, gli chiese di accelerare le operazioni di identificazione e di affidare successivamente Ruby alla consigliera regionale Minetti<ref>{{Cita news|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03/01/quella-maledetta-notte-in-questura-linterrogatorio-del-capo-di-gabinetto-ostuni/94575/|titolo=Quella maledetta notte in questura. L’interrogatorio del capo di gabinetto Ostuni|pubblicazione=[[Il Fatto Quotidiano]]|data=01 marzo 2011|accesso=26 ottobre 2012}}</ref><ref name=rep311010 />. Verso le 24.00 [[Nicole Minetti]] arrivò in Questura dichiarandosi disponibile a ricevere l'affidamento della ragazza facendo da garante<ref name=rep311010 /> e le fu spiegato che bisogna attendere l'autorizzazione del [[Pubblico ministero (ordinamento italiano)|P.M.]] di turno della Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori, [[Anna Maria Fiorillo]],<ref name=telefonata /><ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/politica/2010/10/30/news/minetti_intervista-8575281/|titolo="Silvio mi disse: vai in questura e chiedi di prenderla in affido"|pubblicazione=la Repubblica|data=30 ottobre 2010|accesso=17 gennaio 2013}}</ref>. Nonostante l'identificazione avesse appurato che Karima El Mahroug non era di nazionalità egiziana, ma di origine marocchina e nonostante [[Annamaria Fiorillo]] cui spettava la decisione sull'affidamento di Ruby, avesse disposto di trattenerla presso i locali della Questura per la notte per poi destinarla il mattino successivo in una comunità protetta, la stessa fu data in affido alla consigliera regionale [[Nicole Minetti]]<ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/politica/2010/10/30/news/ruby_comunita-8588856/|titolo=Milano, la scelta del pm dei minori. "Ruby doveva andare in comunità"|pubblicazione=la Repubblica|data=30 ottobre 2010|accesso=17 gennaio 2013}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/cronaca/2010/11/10/news/ruby-pm-8958126/|titolo=Ruby, il pm minori smentisce Maroni. "Mai dato l'autorizzazione all'affido"|pubblicazione=la Repubblica|data=10 novembre 2010|accesso=17 gennaio 2013}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/politica/2010/11/11/news/fiorillo_ruby-8985895/|titolo=Pm Fiorillo: "Con la Questura ebbi un alterco. Nipote di Mubarak? E io sono Nefertiti, risposi"|pubblicazione=la Repubblica|data=11 novembre 2010|accesso=17 gennaio 2013}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.corriere.it/cronache/10_novembre_14/fiorillo-annunziata-televisione_2118e382-effd-11df-aa12-00144f02aabc.shtml|titolo=Maroni non ha detto la verità|pubblicazione=[[Il Corriere della Sera]]|data=14 novembre 2010|accesso=26 ottobre 2012}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/pm_non_autorizz_affidamento_di_ruby_a_minetti_la_questura_non_la_chiam/notizie/124905.shtml|titolo=«Pm non autorizzò affidamento di Ruby a Minetti: la questura non la chiamò»|pubblicazione=[[Il Messaggero]]|data=31 ottobre 2010|accesso=26 ottobre 2012}}</ref>. In Questura entrarono anche Miriam Loddo, ex "meteorina" che partecipò qualche volta a ''[[Uomini e donne]]''<ref>{{Cita news|url=http://www.liberoquotidiano.it/news/cronaca/1119787/Caso-Ruby--Loddo--ero-in-questura-per-fermo-Karima.html|titolo=Caso Ruby: Loddo, ero in questura per fermo Karima|pubblicazione=Libero|accesso=17 gennaio 2013}}</ref><ref name=conceicao2>{{Cita news|url=http://espresso.repubblica.it/dettaglio/ruby-la-teste-che-inchioda-b/2183949|titolo=Ruby, la teste che inchioda B.|autore=Paolo Biondani||pubblicazione=l'Espresso|data=8 giugno 2012|accesso=16 gennaio 2013}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/11/ruby-3/226343/|titolo=Ruby: anche la Loddo in Questura per salvare "l’amica Lucia". Cioè Berlusconi|pubblicazione=il Fatto Quotidiano|data=11 maggio 2012|accesso=17 gennaio 2013}}</ref> e [[Michelle Conceicao Santos de Oliveira|Michelle Conceicao]]<ref name=conceicao2 /> la quale portò Ruby a casa sua<ref>{{Cita news|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/01/20/dopo-la-telefonata-di-b-in-questura-ruby-ando-via-con-una-prostituta/87434/|titolo=Dopo la telefonata di B. in questura Ruby andò via con una prostituta|pubblicazione=il Fatto Quotidiano|data=20 gennaio 2011|accesso=17 gennaio 2013}}</ref>.


Il primo giornale ad interessarsi della vicenda fu ''[[il Fatto Quotidiano]]'' con un articolo del 26 ottobre 2010 firmato da [[Gianni Barbacetto]].<ref>{{Cita news|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10/26/%E2%80%9Cio-e-berlusconi%E2%80%9D-una-ragazza-accusa/73640/|titolo=Il premier e la minorenne. Indagine della procura a Milano|pubblicazione=il Fatto Quotidiano|data=26 ottobre 2010|accesso=17 gennaio 2013}}</ref>
Il primo giornale ad interessarsi della vicenda fu ''[[il Fatto Quotidiano]]'' con un articolo del 26 ottobre 2010 firmato da [[Gianni Barbacetto]].<ref>{{Cita news|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10/26/%E2%80%9Cio-e-berlusconi%E2%80%9D-una-ragazza-accusa/73640/|titolo=Il premier e la minorenne. Indagine della procura a Milano|pubblicazione=il Fatto Quotidiano|data=26 ottobre 2010|accesso=17 gennaio 2013}}</ref>

Versione delle 21:39, 9 feb 2013

Voce principale: Silvio Berlusconi.
Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi è stato oggetto di numerosi procedimenti penali, nessuno dei quali si è concluso con una sentenza definitiva di condanna per via di assoluzioni, declaratorie di prescrizione, amnistie e depenalizzazioni dei reati contestati.

Alcuni dei procedimenti di Silvio Berlusconi sono stati archiviati in fase di indagine; a seguito di altri è stato instaurato un processo nel quale Berlusconi è stato prosciolto. In alcuni processi, sono state pronunciate, in primo grado o in appello, sentenze di condanna e successivamente di assoluzione in via definitiva.

In alcuni dei processi, Berlusconi si è giovato di leggi approvate dalla maggioranza parlamentare da lui stesso guidata per ottenere assoluzioni o riduzioni della pena: tali provvedimenti, che hanno suscitato intense polemiche politiche, sono stati definiti leggi ad personam. Dette norme, in taluni casi, hanno imposto una valutazione di non rilevanza penale di alcune delle fattispecie contestate poiché il fatto non era più previsto dalla legge come reato; in altri casi, invece, la relativa riduzione delle pene previste per le nuove fattispecie di reato ha fatto sì che i termini di prescrizione maturassero prima che fosse pronunciata la sentenza definitiva.

Elenco riassuntivo

Esito Capi di imputazione
Procedimenti in corso
  • Compravendita di diritti televisivi
    Frode fiscale, falso in bilancio, appropriazione indebita (condanna in primo grado a 4 anni).
  • Prostituzione minorile
    Presunti rapporti sessuali che avrebbe intrattenuto fra il febbraio e il maggio 2010 con tale Kharima el Marhoug, minorenne all'epoca dei fatti.
  • Concussione aggravata
    Nei confronti di funzionari della Questura di Milano per ottenere il rilascio di Kharima el Marhoug, trattenuta negli uffici di polizia nel maggio 2010 perché accusata di furto, e il suo affidamento alla consigliere regionale lombarda del Pdl Nicole Minetti.
  • Unipol
    Rivelazione di segreto d'ufficio in riferimento alle intercettazioni sul caso Unipol.
  • Diffamazione aggravata
    Nei confronti di Antonio Di Pietro, accusato di avere ottenuto la laurea grazie ai servizi segreti.
  • Inchiesta Mediatrade di Roma
    Evasione fiscale e reati tributari. L'inchiesta di Roma è uno stralcio dell'inchiesta Mediatrade effettuata dai giudici milanesi.
Sentenze di non doversi procedere Prescrizione
Intervenuta amnistia
Sentenze di assoluzione Il fatto non costituisce più reato
Insussistenza del fatto
Procedimenti archiviati

Dettagli sui procedimenti

Indagine su rapporti con società svizzere

Il 12 novembre 1979 Silvio Berlusconi riceve la visita di tre ufficiali della Guardia di Finanza nella sede dell'"Edilnord Cantieri Residenziali" s.a.s, società intestata ad Umberto Previti, ma di cui Berlusconi era proprietario unico.[5] Nonostante ciò, agli agenti risponde di essere «un semplice consulente esterno» addetto alla progettazione di Milano 2[6]; i militari, pur avendo riscontrato più di un'anomalia nei rapporti tra lo stesso Berlusconi e misteriosi soci svizzeri, chiudono così l'ispezione.

I finanzieri si chiamano Massimo Maria Berruti, Salvatore Gallo (iscritto alla loggia massonica P2 insieme a Berlusconi) e Alberto Corrado. Tutti e tre faranno carriera: Berruti, il capo-pattuglia, lascia le Fiamme Gialle pochi mesi dopo per andare a lavorare alla Fininvest come avvocato d'affari. Arrestato nel 1985 per lo scandalo “Icomec” (e poi assolto), torna in carcere nel 1994 insieme a Corrado per i depistaggi nell'inchiesta sulle mazzette alla Guardia di Finanza. In seguito viene eletto deputato di Forza Italia e del PdL, e poi condannato in via definitiva a 8 mesi di reclusione per favoreggiamento.

Traffico di droga

Nel 1983 i telefoni di Berlusconi furono messi sotto controllo dalla Guardia di Finanza,[7] nell'ambito di un'inchiesta su un traffico di stupefacenti. L'indagine fu archiviata dal comandante di zona lombarda della Guardia di Finanza con sede a Milano nel 1991.[8]

Falsa testimonianza

Nel corso di un processo penale per diffamazione, avviato da una querela di Berlusconi per via di un articolo comparso sulla rivista Epoca nel 1987, il querelante riferì all'Autorità giudiziaria, sotto giuramento, di non aver corrisposto alcunché a Licio Gelli all'atto di iscriversi alla Loggia P2, nel 1981.[9][10]

Berlusconi aveva detto infatti: «Non ricordo la data esatta della mia iscrizione alla P2, ricordo comunque che è di poco anteriore allo scandalo [...] Non ho mai pagato una quota di iscrizione, né mai mi è stata richiesta».

I giornalisti imputati, tutti assolti, a loro volta presentarono un esposto presso la Pretura di Verona contro Berlusconi, affinché nei confronti di quest'ultimo fosse avviato un procedimento penale per falsa testimonianza.

Il 22 luglio del 1989 il pretore Gabriele Nigro firmò una sentenza istruttoria di non doversi procedere perché il fatto non costituisce reato.

Tale decisione veniva impugnata presso la Sezione istruttoria della Corte d'Appello di Venezia la quale nel 1990, essendo stata varata un'amnistia nei primi mesi di quello stesso anno, dichiarava il reato contestato a Berlusconi commesso ed estinto a causa del suddetto provvedimento parlamentare.[11] La sentenza recita:

«Ritiene il Collegio che le dichiarazioni dell'imputato non rispondano a verità... Ne consegue quindi che il Berlusconi, il quale, deponendo davanti al Tribunale di Verona nella sua qualità di teste-parte offesa, ha dichiarato il falso su questioni pertinenti alla causa ed in relazione all'oggetto della prova, ha reso affermazioni non estranee all'accertamento giudiziale e idonee in astratto ad alterare il convincimento del Tribunale stesso e ciò (a prescindere dal mancato utilizzo processuale delle dichiarazioni menzognere medesime da parte del giudicante) ha compiutamente realizzato gli estremi obiettivi e subiettivi del contestato delitto... Il reato attribuito all'imputato va dichiarato estinto per intervenuta amnistia.[10][12][13]»

Tangenti alla Guardia di Finanza

Silvio Berlusconi è stato accusato di concorso in corruzione, reato che sarebbe stato perpetrato mediante il versamento su conti correnti aperti in una banca di New York, di alcune tangenti ad ufficiali della Guardia di Finanza impegnati in verifiche fiscali presso quattro aziende dell'imprenditore milanese. Gli episodi contestati sarebbero risaliti, secondo quanto prospettato dall'accusa, al 1989 (tangente per Videotime), al 1991 (Arnoldo Mondadori Editore), al 1992 (Mediolanum) e al 1994 (TELE+).

Il rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi, che aveva ricevuto un invito a comparire presso la Procura di Milano per il 22 novembre 1994 davanti al PM Antonio Di Pietro[14], è datato 14 ottobre 1995.[15]

In primo grado il processo, cominciato il 17 gennaio 1996,[16] si era concluso, il 7 luglio del 1998, con una condanna, per tutti i capi d'accusa, a 2 anni e 9 mesi di reclusione complessivi.[17]

Il giudizio di Appello, emesso il 9 maggio del 2000, aveva ribaltato la sentenza di primo grado, assolvendo Berlusconi (con la formula per non aver commesso il fatto) per la vicenda TELE+ e prosciogliendolo con riguardo ai tre residui capi d'imputazione (per intervenuta prescrizione dovuta alla concessione delle attenuanti generiche).[18]

Il 19 ottobre 2001 la Corte di Cassazione assolve l'imputato per tutti e quattro i capi d'accusa (con la formula per non aver commesso il fatto).[19]

Bilanci Fininvest 1988-1992

Silvio Berlusconi è stato accusato insieme al fratello Paolo di falso in bilancio e appropriazione indebita relativi ai bilanci Fininvest dal 1988 al 1992. Nei bilanci della società della famiglia Berlusconi l'acquisto di diritti tv sarebbe stato esposto a valori superiori al reale per creare «fondi neri». Il 25 ottobre 2004 Berlusconi è stato prosciolto per intervenuta prescrizione del reato.[20][21]

Processo All Iberian

Il 12 luglio 1996 Silvio Berlusconi viene rinviato a giudizio per i reati di finanziamento illecito a un partito politico e falso in bilancio aggravato.[22] Secondo la prima accusa, Silvio Berlusconi avrebbe versato illecitamente 22 miliardi di lire, tra il gennaio 1991 e il novembre 1992, al Partito Socialista Italiano guidato da Bettino Craxi (coimputato nel processo per il medesimo reato). Il denaro sarebbe partito da fondi occulti della società berlusconiana Fininvest per finire nei conti svizzeri del PSI.

Quanto al falso in bilancio Fininvest, Berlusconi avrebbe perpetrato questo reato a partire dal 1989 fino al 1996, mediante il controllo di una serie di operazioni volte a trasferire ingenti somme di denaro (migliaia di miliardi di lire) all’estero attraverso l’utilizzo di numerosissime società offshore, con lo scopo, talvolta, di reimpiegare detto denaro in altre attività illecite.[23]

Il processo All Iberian, dal nome della società dietro cui alcuni testimoni d’accusa hanno sostenuto si celasse Fininvest, ebbe inizio il 21 novembre 1996.[24] Tuttavia, per una violazione di legge operata dalla magistratura requirente, che non aveva reso possibile alla società Fininvest di partecipare al processo in qualità di parte offesa, il 17 giugno 1998, circa un mese prima della prevedibile emissione della sentenza di primo grado, il processo fu diviso in due tronconi:[25] da una parte sarebbe proseguito il giudizio sulla presunta violazione della legge sul finanziamento dei partiti politici (cosiddetto processo All Iberian 1); dall’altra, la violazione procedurale ha comportato l’azzeramento del processo per la parte relativa al falso in bilancio, che è pertanto ricominciato nel gennaio 1999 (cosiddetto processo All Iberian 2).[26]

All Iberian 1 (finanziamento illecito al PSI)

Finché il processo All Iberian è stato trattato unitariamente, il reato asseritamente commesso fino al 1992 era ancorato al falso in bilancio contestato fino al 1996; ciò tuttavia non modificava l'aspetto relativo alla possibile estinzione per prescrizione, in quanto essa decorre autonomamente per ciascun reato, salva la contestazione (secondo la normativa all'epoca in vigore) della continuazione (art. 81 c.p.). Avvenuta la separazione dei processi, il finanziamento illecito fu perseguito da solo, con la conseguenza che il termine prescrizionale di sette anni e mezzo sarebbe decorso dal 1992, mettendo in pericolo la pronuncia di una sentenza definitiva di merito.

Nel processo di primo grado, concluso il 13 luglio del 1998, il proscioglimento per prescrizione era stato dichiarato solo per il versamento di 10 dei 22 miliardi di lire contestati; per la restante parte dell’accusa Berlusconi era stato condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 10 miliardi di lire.[27]

Il processo All Iberian si è concluso il 22 novembre 2000, quando la Corte di Cassazione, confermando la sentenza d’Appello emessa il 26 ottobre 1999,[28] ha dichiarato il proscioglimento dell’imputato per intervenuta prescrizione del reato. La Corte non ha ritenuto di assolvere l’imputato nel merito in quanto «la prova della innocenza era incompleta ed erano necessari ulteriori attività istruttorie»; attività che non sono consentite in sede di giudizio di legittimità.[29]

All Iberian 2 (falso in bilancio aggravato)

Oltre a dover ricominciare da zero per un vizio procedurale, come deciso dai giudici nel giugno del 1998, la seconda tranche del processo All Iberian dovette una seconda volta essere azzerata in quanto, il 12 marzo 1999, il tribunale, accogliendo un’eccezione relativa alla «totale indeterminatezza dei fatti» contestati, dichiarò nullo il precedente rinvio a giudizio per una «sostanziale equivocità dell’imputazione», rinviando il procedimento alla fase dell’udienza preliminare.[30]

Il nuovo rinvio a giudizio portava la data del 23 novembre 1999, e fissava l’inizio del processo di primo grado al 7 aprile 2000.[31] Ma una pronuncia della Cassazione del 9 febbraio 2001, rilevata l’incompatibilità di un giudice con il processo,[32] riportò nuovamente il giudizio all’apertura del dibattimento. Il dibattimento riprese davanti ad un nuovo giudice il 22 febbraio dello stesso anno.

Il processo All Iberian 2 si è definitivamente concluso con l’assoluzione di Silvio Berlusconi (con formula perché il fatto non costituisce più reato in seguito alla riforma del diritto societario del Governo Berlusconi[33]) emessa dal Tribunale di Milano il 26 settembre 2005.

Il processo All Iberian 2 è stato ed è tuttora un argomento di polemica politica. Lo schieramento del centrosinistra (e con esso i suoi sostenitori), infatti, ha accusato il Parlamento di aver approvato delle leggi ad personam, ossia delle norme che sarebbero state emanate al solo scopo di influire sui processi pendenti nei confronti dell’allora Presidente del Consiglio Berlusconi.

Le polemiche cominciarono già a seguito dell’emanazione della legge 367 del 2001 sulle rogatorie internazionali, che si diceva avrebbe portato alla conclusione anticipata del processo per sopravvenuta inutilizzabilità di alcuni documenti, ritenuti decisivi dall’accusa, provenienti dalla Svizzera. Tuttavia, la polemica non trovò conferma nei fatti. I documenti, infatti, furono utilizzati dal Tribunale a norma della stessa legge criticata.[34][35]

Successivamente alla riforma del diritto societario, approvata dal Parlamento sotto il governo presieduto da Berlusconi, i critici del centrodestra rinnovarono la loro accusa al Parlamento, reo, a loro dire, di aver legiferato così da venire incontro ai desiderata giudiziari di Silvio Berlusconi.

L’applicazione della nuova normativa in materia di falso in bilancio, infatti, ed in particolare dei riformulati articoli 2621 e 2622 del codice civile, ha reso la condotta imputata a Berlusconi non più perseguibile penalmente. La norma infatti prevede la perseguibilità del reato a querela di parte, querela che non era stata presentata a suo tempo e che avrebbe costretto i giudici a prosciogliere l’imputato per difetto di causa di procedibilità. Il Tribunale, invece, ritenne di accogliere le richieste della difesa – l’accusa aveva chiesto che Berlusconi venisse prosciolto per prescrizione del reato[36] – volte ad ottenere la più ampia formula di proscioglimento (la citata il fatto non costituisce più reato). Con la riforma, infatti, il reato di falso in bilancio, che vedeva ridursi i termini prescrizionali, è diventato perseguibile solo quando l’entità della falsa dichiarazione sia tale da aver creato degli effetti nocivi, non bastando che questi effetti rimangano potenziali.[37]

Processo Lentini (falso in bilancio)

Nel gennaio del 1995 Silvio Berlusconi è stato indagato per il reato di falso in bilancio, perpetrato attraverso il versamento “in nero” di una decina di miliardi di lire dalle casse della squadra di calcio del Milan a quelle del Torino per l’acquisto del giocatore Gianluigi Lentini.[38]

Secondo l’accusa, in particolare, i bilanci della società Milan sarebbero stati «fraudolentemente falsificati» negli anni 1993 e 1994; successivamente, inoltre, la magistratura inquirente ha ritenuto di estendere le accuse di irregolarità dei bilanci al periodo compreso tra il 1991 e il 1997.

Il 28 maggio 1998 Berlusconi venne rinviato a giudizio presso il Tribunale di Milano.[39] Il processo sarebbe dovuto iniziare l’8 luglio del 1999, ma uno sciopero degli avvocati iniziato quello stesso giorno e protrattosi per quasi un mese ne fece slittare l’apertura al giugno del 2000.[40]

Il 5 novembre 2002 il processo si concluse definitivamente con il proscioglimento di Berlusconi per intervenuta prescrizione del reato.[41] Il proscioglimento di Berlusconi è stato ed è tuttora un argomento di polemica politica. Il processo, infatti, si è interrotto quando ancora il dibattimento era in pieno svolgimento ed una sentenza di primo grado dunque era ben lungi dall’essere emanata.[42] Tale conclusione anticipata è dovuta al fatto che nel gennaio 2002 il Consiglio dei ministri del governo presieduto da Berlusconi approvò, rendendole immediatamente operative, le nuove norme in materia di riforma del diritto societario, in ossequio alla legge delega approvata dal Parlamento nell’ottobre 2001 che imponeva al governo di adottare le nuove misure entro il 3 ottobre del 2002.[43]

La riforma del diritto societario ha comportato una diversa valutazione del reato di falso in bilancio, con modifiche incidenti anche in materia di prescrizione. Se dunque prima della riforma il reato contestato a Berlusconi si sarebbe prescritto nel 2004 (dopo sette anni e mezzo dalla supposta commissione), a quel punto i termini si sarebbero ridotti a tre anni.[44] Pertanto, il Tribunale non poté che adempiere all'obbligo, contenuto nell'articolo 129 del Codice di procedura penale, di dichiarare la presenza di una causa di estinzione del reato in ogni stato e grado del processo.[45] Per tale ragione, il governo fu accusato di aver approvato una legge ad personam.

Medusa cinematografica

Berlusconi è accusato di comportamenti illeciti nelle operazioni d'acquisto della società Medusa cinematografica per non aver messo a bilancio 10 miliardi. In primo grado è condannato a 1 anno e 4 mesi per falso in bilancio, poi condonati. Assoluzione nel giudizio di appello,[46] con sentenza confermata dalla Cassazione[47] in quanto per la sua ricchezza potrebbe non essere stato al corrente dei fatti contestati.[48]

Falso in bilancio nell'acquisto dei terreni di Macherio

Nel gennaio del 1999 Berlusconi è stato accusato di appropriazione indebita, frode fiscale e falso in bilancio per l’acquisto dei terreni intorno alla sua villa di Macherio.[49] In primo grado è stato assolto dai reati di appropriazione indebita e di frode fiscale, mentre per le due imputazioni di falso in bilancio contestate dal PM Francesco Saverio Borrelli è scattata la prescrizione. In appello, in data 29 ottobre 1999, è stata confermata l'assoluzione per il reato di frode fiscale e per uno dei due falsi in bilancio; per l'altro invece è stata concessa l'amnistia come conseguenza del condono fiscale del 1992.[50]

Lodo Mondadori

Lo stesso argomento in dettaglio: Lodo Mondadori.

Berlusconi era accusato (assieme a Cesare Previti, Attilio Pacifico, Giovanni Acampora e Vittorio Metta) di concorso in corruzione in atti giudiziari (art. 319 ter del codice penale), per aver pagato i giudici di Roma in modo da ottenere una decisione a suo favore nel giudizio di impugnazione per nullità del Lodo Mondadori, dal cui esito dipendeva la proprietà della casa editrice.

La posizione di Silvio Berlusconi è stata stralciata in seguito alla sua nomina a Presidente del Consiglio e ad interminabili contrasti tra il Tribunale di Milano, la Procura della Repubblica presso lo stesso Tribunale e la Presidenza del Consiglio, che hanno portato anche all'intervento della Corte Costituzionale in sede di soluzione di conflitti di attribuzione tra poteri dello Stato.

Il giudice dell'udienza preliminare Rosario Lupo ha deciso l'archiviazione del caso, concludendo che la corruzione pluriaggravata ipotizzata dal Pool per il caso Mondadori «non sussiste».[51]. La Corte d'appello, su ricorso della procura, decide nel giugno 2001 che per Berlusconi è ipotizzabile il reato di corruzione semplice, e non quello di concorso in corruzione in atti giudiziari; in primo grado Cesare Previti è stato condannato, mentre per questo stesso episodio Berlusconi, grazie alla concessione delle attenuanti generiche, ha ottenuto la prescrizione del reato di corruzione semplice (poiché risale al 1991 e la prescrizione, con le attenuanti generiche, scatta dopo 7 anni e mezzo) ed ha evitato una eventuale condanna. La sentenza di appello del processo Mondadori a carico di Previti, confermata dalla Cassazione, dice esplicitamente che il Cavaliere aveva “la piena consapevolezza che la sentenza era stata oggetto di mercimonio”. Del resto la sentenza afferma che “la retribuzione del giudice corrotto è fatta nell’interesse e su incarico del corruttore”, cioè di Previti (che è il corruttore secondo la sentenza).

I giudici della V sezione della Corte d'Appello hanno infatti ritenuto che nei confronti di Silvio Berlusconi fosse ipotizzabile il reato di corruzione semplice, e non quello più grave di corruzione in atti giudiziari, in quanto non sono stati provati i provvedimenti giudiziari oggetto della corruzione. Hanno inoltre confermato il riconoscimento delle attenuanti generiche, al quale consegue la prescrizione del reato. La Corte Suprema di Cassazione ha infine confermato la sentenza d'appello.

Segue un estratto della sentenza definitiva:

«Il rilievo dato [per concedere le attenuanti generiche] alle attuali condizioni di vita sociale ed individuale del soggetto [Berlusconi è nel frattempo diventato Presidente del Consiglio], valutato dalla Corte come decisivo, non appare per nulla incongruo[52][53]»

La sentenza a carattere esecutivo del Tribunale di Milano, depositata il 3 ottobre 2009, nella causa civile promossa da Cir contro Fininvest, stabilisce che la Fininvest di Silvio Berlusconi deve risarcire circa 750 milioni di euro (749.955.611,93 €) alla Cir di Carlo De Benedetti per il danno causato dalla corruzione giudiziaria nella vicenda del lodo Mondadori.[54]

Nei giorni immediatamente successivi, Canale 5 ha prodotto un servizio sul giudice Mesiano, autore della sentenza di risarcimento, consistente in un pedinamento commentato. In tale servizio venivano evidenziate quali "stravaganze" il fatto che il giudice fumasse e passeggiasse aspettando il suo turno dal barbiere, ed il colore dei suoi calzini. Gli ordini giornalistici hanno ritenuto ignominiosa la condotta della testata, la Federazione della Stampa ha chiamato "pestaggio mediatico" tale servizio[55].

Dopo l'appello è stato stabilito che il risarcimento che la Fininvest dovrà pagare alla Cir è di circa 540 milioni di euro (540.141.059,32 €), ai quali si aggiungono tre quarti delle spese processuali dei primi due gradi effettuate dalla Cir (rispettivamente 3.296.000 € per il primo grado e 3.940.000 € per il secondo) ed il pagamento del 12,5% delle spese generali del processo, per un totale di circa 560 milioni di euro.[56]

Consolidato Fininvest

Il 29 gennaio 2001 il PM Francesco Greco compie un'indagine nella quale sono presenti 26 indagati tra cui Silvio Berlusconi con l'accusa di falso in bilancio. Secondo il giudice il gruppo Fininvest ha utilizzato, nel periodo che va dal 1989 al 1996, 65 società estere per movimentare e accantonare, fuori bilancio, circa 1550 miliardi di lire.

I soldi sarebbero stati utilizzati per finanziare con 644 miliardi finti soci di Telepiù per celarne il controllo in violazione della legge Mammì, avrebbe inoltre fatto lo stesso in Spagna per Telecinco con 456 miliardi. Secondo il giudice parte dei fondi neri sarebbero stati utilizzati per operare in Borsa sui titoli Rinascente, Standa, Mondadori e Sbe aggirando gli obblighi di informativa all'autorità di controllo. Avrebbe coperto perdite del Milan con 57 milioni di dollari nel periodo che va dal 1992 al 1994 e si è accollato 122 miliardi di compensi in nero ai calciatori e anche ai giocatori di rugby, hockey e pallavolo. Berlusconi avrebbe inoltre utilizzato parte dei 1550 miliardi per liquidare pagamenti riservati a Craxi, Previti e Squillante. Avrebbe infine utilizzato i fondi neri per corrompere con 5 miliardi due dirigenti dell'Isveimer (istituto creato per facilitare le imprese del Mezzogiorno) per far sì che la Fininvest ottenesse 450 miliardi di finanziamenti bancari. Parte dei fondi bancari, secondo il PM Francesco Greco, sarebbero stati trasferiti alle Bahamas presso la Finter Bank di Nassau.[57][58]

Il 30 giugno 2001 viene chiesto il rinvio a giudizio[59] ma la data dell'udienza preliminare non viene mai fissata dato che il 14 febbraio 2003 il giudice per le indagini preliminari deposita la sentenza dichiarando il non luogo a procedere per prescrizione del reato di falso in bilancio.[60][61] La prescrizione è avvenuta anche grazie al decreto legislativo approvato dal governo presieduto dallo stesso Berlusconi che depenalizza il falso in bilancio.[33][62]

Il 4 marzo 2003 la procura decide di ricorrere in cassazione perché, sostiene Greco, la mancata udienza preliminare gli ha impedito di sollevare un'eccezione d'incostituzionalità e di incompatibilità con le direttive comunitarie delle nuove norme sui reati societari e con il trattato dell'Ocse.[63][64]. La Corte di Cassazione il 14 aprile 2004 respinge il ricorso del PM e conferma la sentenza di prescrizione.[65][66]

Processo SME

Lo stesso argomento in dettaglio: Processo SME.

Berlusconi era accusato di aver corrotto i giudici durante le operazioni per l'acquisto della Sme e fu rinviato a giudizio insieme a Cesare Previti e Renato Squillante. Il processo di primo grado si è concluso con condanne per Previti e Squillante, dopo che la Cassazione ha respinto la richiesta di spostare il processo a Brescia o a Perugia, per legittimo sospetto, reintrodotto per legge nell'ottobre 2002. Un'altra legge, il "lodo Schifani", votata nel giugno 2003, ha imposto la sospensione di tutti i processi a cinque alte cariche dello Stato, tra cui il presidente del Consiglio dei ministri, ma è stata bocciata dalla Corte Costituzionale perché incostituzionale. Stralciata la posizione di Berlusconi dal processo principale, il Tribunale di Milano lo ha prosciolto per non aver commesso il fatto sui soldi pagati a Squillante (capo A) e assolto per insussistenza del reato di corruzione ai fini della mancata vendita della SME (capo B). Previti invece viene condannato.

Processo SME, capo di accusa A

Per il capo di accusa A del suddetto processo SME Silvio Berlusconi viene prosciolto in primo grado per prescrizione in ordine ad alcuni punti del capo medesimo, ed assolto in ordine ad altri.

Questa conclusione è maturata anche grazie alle rogatorie internazionali giunte dalla Svizzera. Esse furono oggetto di aspro confronto, in quanto Berlusconi ha sempre sostenuto che fossero documenti falsificati. Durante il processo, il governo Berlusconi II varò una legge che introduceva norme più rigorose per accertare l'autenticità e la provenienza delle rogatorie internazionali, suscitando la reazione delle opposizioni che giudicavano tale legge un provvedimento inutile o addirittura escogitato ad arte per rendere più difficili alcuni processi.

I documenti in questione provavano la sussistenza di versamenti di 434.404 dollari effettuati da un conto della Fininvest ad uno di Previti, dal quale infine giunsero ad un conto di Squillante.

Al termine del processo i giudici, pur ritenendo che Berlusconi avesse commesso il fatto-reato imputatogli, gli concedettero le attenuanti generiche, che tra gli altri effetti dimezzano i termini di prescrizione di quel reato da quindici anni a sette anni e sei mesi; il reato commesso è risultato così estinto per prescrizione, situazione giuridicamente differente dall'assoluzione, anche se porta ad effetti pratici simili.

Di seguito il dispositivo della sentenza formulato il 10 dicembre 2004 dai giudici della Prima Sezione Penale di Milano:

«Visto l'articolo 531 c.p.p. dichiara non doversi procedere nei confronti di Berlusconi Silvio in ordine al reato di corruzione ascrittogli al capo A) limitatamente al bonifico in data 6-7 marzo 1991 perché, qualificato il fatto per l'imputato come violazione degli articoli 319 e 321 c.p. e riconosciute le circostanze attenuanti generiche, lo stesso è estinto per intervenuta prescrizione; visto l'articolo 530 CO.2 c.p.p. assolve Berlusconi Silvio dal reato di corruzione relativo al bonifico in data 26-29 luglio 1988 contestato al capo A) per non aver commesso il fatto; visto l'articolo 530 c.p.p. assolve Berlusconi Silvio dagli altri fatti di corruzione contestati al capo A) per non aver commesso il fatto; Visto l'articolo 530 CO.2 c.c.c., assolve Berlusconi Silvio dal reato di corruzione a lui ascritto al capo B) perché il fatto non sussiste.»

Gli avvocati di Berlusconi hanno fatto ricorso in appello per ottenere un'assoluzione piena. Il 27 aprile 2007 i giudici hanno assolto Silvio Berlusconi per non aver commesso il fatto e perché il fatto non sussiste.

Di seguito il dispositivo della sentenza:

«La corte, visto l'articolo 605 cpp, in riforma della sentenza del tribunale di Milano in data 10 dicembre 2004, assolve Silvio Berlusconi dal reato a lui ascritto sub capo A) ai sensi dell'articolo 530 comma 2 del codice di procedura penale, per non aver commesso il fatto, e dal reato a lui ascritto sub capo B) ai sensi dell'articolo 530 comma 1 cpp perché il fatto non sussiste.[67]»

Il ricorso della procura di Milano contro la sentenza di assoluzione viene rigettato dalla VI sezione penale della Corte di Cassazione il 26 ottobre 2007. Berlusconi esce così assolto definitivamente da questo processo. Non vi è dubbio, invece, che Cesare Previti, con fondi della Fininvest, abbia versato tangenti a magistrati romani per pilotare un giudizio cui la stessa azienda era interessata.

Il 30 gennaio 2008 Silvio Berlusconi è stato prosciolto dalla I sezione penale del Tribunale di Milano per l'accusa di falso in bilancio nel processo SME, in quanto il fatto per il quale è stato imputato, a seguito della riforma promossa dal governo Berlusconi II, non costituisce più reato.[33][68]

Spartizione pubblicitaria Rai-Fininvest

Berlusconi era accusato di aver indotto la RAI, da presidente del Consiglio dei ministri, a concordare con la Fininvest i tetti pubblicitari, per ammorbidire la concorrenza. La Procura di Roma, non avendo raccolto prove a sufficienza per il reato di concussione, ha chiesto l'archiviazione, accolta dal Giudice dell'udienza preliminare.[senza fonte]

Tangenti fiscali sulle pay-tv

Berlusconi era accusato di aver pagato tangenti a dirigenti e funzionari del ministero delle Finanze per ridurre l’Iva dal 19 al 4 per cento sulle pay tv e per ottenere rimborsi di favore. La Procura di Roma ha chiesto l'archiviazione, accolta dal Giudice dell'udienza preliminare.[senza fonte]

Stragi del 1992-1993

La Procura di Firenze ha indagato per molti anni (fino all'agosto 1998) sui mandanti a volto coperto delle stragi:

La procura di Firenze iscrisse nel registro degli indagati Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri (con il soprannome AUTORE 1 e AUTORE 2), considerati mandanti delle suddette stragi. Il Pm di Firenze chiese l'archiviazione del procedimento al termine delle indagini preliminari, accolta dal giudice per le indagini preliminari competente, in quanto non si era potuta trovare la conferma delle chiamate "de relato" e delle intuizioni logiche, sebbene si evidenziasse nel decreto di archiviazione che vi era «un’obiettiva convergenza degli interessi politici di Cosa Nostra rispetto ad alcune qualificate linee programmatiche della nuova formazione» (ovvero Forza Italia) e che durante le indagini «l'ipotesi iniziale abbia mantenuto e semmai incrementato la sua plausibilità».[69]

A Caltanissetta Berlusconi e Dell'Utri furono iscritti nel registro degli indagati come mandanti delle stragi di Via D'Amelio (Paolo Borsellino) e Capaci (Giovanni Falcone). Le indagini sono partite da:

Il 3 maggio 2002 il fascicolo viene archiviato, su richiesta dello stesso PM, perché il quadro indiziario risulta friabile. Il gip tuttavia, nel decreto di archiviazione, lascia alla valutazione dei pubblici ministeri di effettuare ulteriori indagini su «piste investigative diverse da quelle sinora perseguite» ritenendo che «tali accertati rapporti di società facenti capo al gruppo Fininvest con personaggi in varia posizione collegati all'organizzazione Cosa nostra, costituiscono dati oggettivi che rendono quantomeno non del tutto implausibili né peregrine le ricostruzioni offerte dai diversi collaboratori di giustizia». Oltre a questo viene evidenziato anche che «gli atti del fascicolo hanno ampiamente dimostrato la sussistenza di varie possibilità di contatto tra gli uomini appartenenti a Cosa Nostra ed esponenti e gruppi societari controllati in vario modo dagli odierni indagati». Ma conclude affermando che «Occorre tuttavia verificare se effettivamente tali contatti vi siano stati e che esito abbiano avuto. Orbene le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che dovrebbero riscontrare tale ipotesi sono tutte “de relato” e, come si è visto, il più delle volte generiche ed incerte nei contenuti».[70] Tale richiesta di archiviazione, tuttavia, non fu sottoscritta dall'altro pm che si era occupato delle inchieste e dei processi sulle stragi, Luca Tescaroli, contrario alle impostazioni della richiesta di archiviazione, soprattutto nella parte in cui si sostiene che le dichiarazioni dei principali pentiti della strage, Cancemi e Brusca, erano contrastanti.[71] Una tesi che è stata confermata anche nella sentenza d'appello della strage di Capaci dove i giudici scrissero tra l'altro che le dichiarazioni di Brusca e Cancemi erano convergenti e che era necessario indagare ancora «nelle opportune direzioni per individuare i convergenti interessi di chi era in rapporto di reciproco scambio con i vertici di Cosa nostra».[71]

Concorso esterno in associazione mafiosa

La procura di Palermo ha indagato su Silvio Berlusconi e su Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro sporco. Nel 1997 il procedimento è stato archiviato al termine delle indagini preliminari, che erano state prorogate per la massima durata prevista dalla legge.[72] Dell'Utri, infine, è stato condannato a Palermo a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa; dagli atti risulta che Forza Italia sarebbe stata fondata per fornire nuovi agganci politici alla mafia e che Berlusconi sarebbe stato messo da Dell'Utri nelle mani della mafia fin dal 1974.

Il 26 luglio 2007 si è assistito alla ritrattazione del prof. Giuffrida, funzionario della Banca d'Italia e perito per conto della Procura della Repubblica nel processo di Palermo che vedeva imputato il senatore Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa, in merito alle conclusioni da questi rassegnate ai Giudici circa l'oscura provenienza di ingenti quantitativi di denaro (113 miliardi di lire dell'epoca), nelle casse della Fininvest nella seconda metà degli anni settanta.

Giuffrida, che era stato querelato per diffamazione per le sue dichiarazioni al processo, giunge ad un accordo transitivo con Mediaset, in cui si riporta che «il dott. Giuffrida [...] riconosce i limiti delle conclusioni rassegnate nel proprio elaborato e delle dichiarazioni rese al dibattimento ed inoltre che le predette operazioni oggetto del suo esame consulenziale erano tutte ricostruibili e tali da escludere l'apporto di capitali di provenienza esterna al gruppo Fininvest» e che Fininvest/Mediaset prendono atto «che i limiti della consulenza del dott. Giuffrida non sono dipesi da sua negligenza ma da eventi estranei alla sua volontà – scadenza dei termini e successiva archiviazione del procedimento – che lo hanno indotto a conclusioni parziali e non definitive».

I legali di Giuffrida nel processo per diffamazione hanno comunque emesso una dichiarazione, riportata dall'ANSA, in cui sostengono di essere stati avvertiti solo pochi giorni prima (il 18 luglio) del fatto che i legali Mediaset avevano proposto una transazione al loro assistito, di non condividere né quel primo documento («una bozza di accordo che gli stessi non hanno condiviso, ritenendo che quanto affermato nel documento non corrispondesse alle reali acquisizioni processuali»), né la versione definitiva leggermente corretta («non sottoscriveranno non condividendo la ricostruzione dei fatti e le affermazioni in esso contenute»).

La perizia di Giuffrida era stata ritenuta dai giudici già al tempo solo basata su «una parziale documentazione», ma era stata ritenuta valida anche in virtù del fatto che non aveva «trovato smentita dal consulente della difesa Dell’Utri», in quanto lo stesso professor Paolo Iovenitti (perito della difesa), davanti alle conclusioni di Giuffrida, aveva ammesso che alcune operazioni erano «potenzialmente non trasparenti» e non aveva «fatto chiarezza sulla vicenda in esame, pur avendo il consulente della difesa la disponibilità di tutta la documentazione esistente presso gli archivi della Fininvest».[73][74]

Tale ritrattazione, contenuta nell'accordo transattivo raggiunto dai legali Mediaset ed il prof. Giuffrida a composizione della controversia instaurata da Mediaset stessa per diffamazione, non consente comunque di fare chiarezza, una volta per tutte, sulla provenienza dei capitali del gruppo societario facente capo a Silvio Berlusconi.

Diffamazione aggravata dall'uso del mezzo televisivo

Silvio Berlusconi risulta attualmente indagato dalla procura di Roma per diffamazione aggravata dall'uso del mezzo televisivo, in relazione alla vicenda delle dichiarazioni dell'allora Premier in merito alle relazioni tra le cosiddette cooperative rosse e camorra durante una intervista rilasciata il 3 febbraio 2006 ad una emittente nazionale. L'iscrizione è avvenuta in seguito alla querela presentata dal presidente della Lega Nazionale delle Cooperative Poletti.[75]

Il 22 marzo 2007 la Procura di Roma ha chiesto l'archiviazione del fascicolo.[76]

Telecinco (Spagna)

In Spagna Silvio Berlusconi, insieme ad altri manager Fininvest, è stato accusato di violazione della legge antitrust, frode fiscale e reati vari (quali riciclaggio di denaro) a favore dell'emittente Telecinco da lui fondata. Il processo è stato sospeso dal 1999 al 2006 per l'immunità di cui Berlusconi godeva nel paese in qualità di eurodeputato prima e di capo di un governo estero poi; nell'aprile del 2006, anno in cui è subentrato al terzo mandato di Berlusconi il secondo di Prodi, il giudice Baltasar Garzón che per primo aveva avviato il procedimento ha riaperto il fascicolo a suo carico. Nel 2008 l'avvocato Niccolò Ghedini annuncia l'assoluzione del suo assistito.[77]

Caso Saccà

Nel 2007, Silvio Berlusconi è stato indagato dalla procura di Napoli con l'accusa di aver corrotto l'allora presidente di RaiFiction Agostino Saccà e di aver istigato alla corruzione il senatore Nino Randazzo e altri senatori della Repubblica «in altri episodi non ancora identificati».[78][79] L'accusa era basata essenzialmente su una decina di registrazioni telefoniche effettuate tra i mesi di giugno e novembre 2007.[80] Secondo la Procura di Napoli, Saccà aveva il compito di piazzare in Rai le attrici raccomandate da Berlusconi, in cambio di un aiuto nella sua futura attività privata («Agostino, ti contraccambierò quando sarai imprenditore»); nell'ipotesi d'accusa Berlusconi avrebbe segnalato un nome vicino ad un senatore del centro-sinistra (allora al governo con una maggioranza risicata in Senato), in modo da accattivarsi la sua simpatia e convincerlo a passare nella formazione di centro-destra e, di conseguenza, a causare la caduta del governo Prodi.[81]

Nel luglio 2008, su richiesta dei difensori di Silvio Berlusconi, gli atti del procedimento sono stati trasferiti a Roma a causa dell'incompetenza territoriale del tribunale di Napoli (dato che le telefonate "cruciali" per il reato contestato al Cavaliere erano avvenute mentre i due interlocutori erano a Roma).

Il 17 aprile 2009 il gip Pierfrancesco De Angelis ha archiviato il caso, poiché Saccà «non era da considerare un incaricato di pubblico servizio».[82] Pochi giorni dopo, il 24 aprile 2009, sono state distrutte le intercettazioni raccolte a Napoli sul caso Saccà-Berlusconi.[83] Trascrizioni di queste conversazioni sono tuttavia ancora reperibili on-line.[84]

Compravendita di diritti televisivi

I PM Alfredo Robledo e Fabio De Pasquale, che hanno collezionato 50.000 pagine di atti con rogatorie in 12 paesi, hanno richiesto il rinvio a giudizio per 14 indagati[85][86]:

Oltre a queste sono state stralciate (cioè verranno contestate in procedimento separato) le posizioni di Marina Berlusconi (assurta a presidente Mediaset) e Piersilvio Berlusconi, accusati di riciclaggio di denaro.

Dall'indagine All Iberian nasce questo filone d'inchiesta su due società estere collegate alla Silvio Berlusconi Finanziaria (società lussemburghese), la Century One e la Universal One. Sui conti di tali società hanno lasciato l'ultima traccia i fondi neri «distratti su conti bancari in Svizzera, Bahamas e Montecarlo [...] nella disponibilità degli indagati [...] e gestiti da fiduciari di Berlusconi». La cresta sulla compravendita dei diritti di film made in USA avveniva, secondo l'ipotesi accusatoria, in modo illegale: Mediaset non li comprava direttamente ma da società offshore (Century One e Universal One e altre come la Wiltshire Trading e la Harmony Gold) che a loro volta li cedevano ad altre società gemelle, facendo lievitare il prezzo ad ogni passaggio. La differenza tra il valore reale e quello finale consentiva di mettere da parte fondi neri.

Berlusconi avrebbe intascato fondi neri (280 milioni di euro in dollari, lire, franchi francesi e svizzeri e fiorini olandesi) in nero, senza pagarvi le tasse e frodando i propri azionisti (falso in bilancio). Ma la difficoltà maggiore per i PM è stato capire come avvenivano tali operazioni, considerato che il premier ha lasciato tutte le cariche sociali nel 1993. Berlusconi avrebbe continuato a occuparsi delle società tramite prestanome. L'ipotesi accusatoria è suffragata dalle testimonianze di Carlo Bernasconi (capo della Silvio Berlusconi Communications), Oliver Novick (responsabile della Direzione Corporate Development) e Marina Camana (segretaria di Bernasconi che, secondo le rivelazioni dell'Espresso, ha raccontato proprio che le indicazioni per gli acquisti venivano da Arcore).

Il 18 giugno 2012 i PM Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro chiedono al giudice una condanna di 3 anni e 8 mesi per frode fiscale di 7,3 milioni di euro.[87]

Il 26 ottobre 2012 i giudici del Tribunale di Milano hanno condannato Silvio Berlusconi a quattro anni di reclusione, una pena più dura di quella chiesta dalla pubblica accusa. Tre anni al produttore cinematografico Frank Agrama mentre il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, è stato assolto per "non aver commesso il fatto". Ai manager Daniele Lorenzano e Gabriella Galetto sono state inflitte, rispettivamente le condanne a tre anni e otto mesi e un anno e due mesi di reclusione. Le pene sono condonate nella misura di tre anni grazie all'indulto del 2006[88]. Per l’ex presidente del Consiglio i giudici hanno stabilito come pena accessoria l’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici e l’interdizione per tre anni a contrattare con la pubblica amministrazione. Agli imputati, in totale undici, veniva contestata la frode fiscale. I giudici hanno disposto un versamento a titolo di provvisionale di 10 milioni di euro da parte degli imputati condannati all'Agenzia delle Entrate. Per Paolo Del Bue (Banca Arner) è stata dichiarato il non luogo procedere per intervenuta prescrizione. Gli altri imputati sono stati assolti o si sono visti riconoscere la prescrizione del reato.[89][90]

Il 9 novembre 2012 Silvio Berlusconi, tramite i suoi legali, ha depositato il ricorso in appello.[91] Il 18 gennaio 2013 i legali di Berlusconi hanno chiesto uno stop del processo per le elezioni (legittimo impedimento), ma i giudici lo hanno rifiutato perché le ragioni addotte "appaiono generiche" e perché il processo d'appello arriverà a sentenza dopo le elezioni e quindi non potrà avere riscontri su di esse.[92]

Mediatrade

Questo procedimento inchiesta è un filone di quello sulla compravendita dei diritti televisivi.

Il 14 ottobre 2005 la Guardia di Finanza ha perquisito gli uffici della Mediatrade spa, cioè la società controllata dal Gruppo Berlusconi che ha preso il posto, a partire dal febbraio 1999, di Mediaset e la Maltese Ims nell'acquisto dei diritti TV. La procura avrebbe scoperto massicci trasferimenti di denaro della Wiltshire Trading (società intestata ad Agrama) a favore di conti svizzeri di personaggi Mediaset (denominati "Leonardo", "Trattino", "Teleologico", "Litoraneo", "Sorsio", "Clock" e "Pache"). Questo nuovo filone nasce dalla testimonianza di un ex dirigente Paramount, Bruce Gordon, che definisce Agrama come «agente di Berlusconi» e «rappresentante Fininvest». Farouk Mohamed Agrama, detto Frank, è considerato l'interfaccia di Lorenzano (ex capoacquisti di Mediaset) negli USA.[93]

Secondo la procura l'accumulazione dei fondi neri sarebbe continuata anche oltre il 1999, fino al 2002 cioè quando Berlusconi era già Presidente del consiglio. L'8 aprile 2010 viene chiesto il rinvio a giudizio per appropriazione indebita e frode fiscale.[94] Il 18 ottobre 2011 il GUP di Milano ha prosciolto Silvio Berlusconi da tutte le accuse con la formula "per non avere commesso il fatto".[95][96] Il 18 maggio 2012 la Seconda sezione penale della Cassazione ha confermato il proscioglimento per Berlusconi, come deciso dal Gup di Milano il 18 ottobre 2011.[97]

Inchiesta Mediatrade di Roma

Nell'ottobre 2010 Silvio Berlusconi venne indagato a Roma con l'ipotesi di evasione fiscale e reati tributari compiuti negli anni 2003 e 2004. Le notizie di reato naquero dal'inchiesta milanese Mediatrade sulla compravendita dei diritti tv e cinematografici Mediaset in cui fu coinvolto anche Piersilvio Berlusconi ed altri dirigenti del gruppo televisivo milanese.[98]

Il 30 luglio 2011 i PM romani conclusero le indagini[99] ed il 16 febbraio 2012 chiesero il rinvio a giudizio sia di Silvio Berlusconi sia di Piersilvio Berlusconi sia di altri manager di Mediaset.[100] Il 27 giugno 2012 il giudice dell'udienza preliminare Pierluigi Balestrieri emesse una sentenza di non luogo a procedere nei confronti di tutti gli imputati con la formula "perché il fatto non sussiste".[101] Secondo le motivazioni del dispositivo, Frank Agrama non era (come invece ritenuto dai PM) "socio occulto" di Silvio Berlusconi.[102] [103]

Il 15 ottobre 2012 la procura di Roma fece ricorso in Cassazione contro la sentenza del GUP ritenendo che quest'ultimo non aveva il materiale necessario per poter emettere una tale sentenza.[104]

Corruzione dell'avvocato David Mills

Silvio Berlusconi e David Mills sono stati accusati di corruzione in atti giudiziari. Si legge nell'atto notificato il 16 febbraio 2006:

«Deponendo Mills in qualità di testimone nei processi 'Arces + altri' e 'All Iberian', accettava la promessa e successivamente riceveva da Carlo Bernasconi (manager Fininvest, morto nel 2001, ndr), a seguito di disposizione di Silvio Berlusconi, la somma di 600mila dollari, investita dallo stesso Mills in unità del fondo Giano Capital e l'anno successivo reinvestita nel Torrey Global Offshore Fund, per compiere atti contrari ai doveri d'ufficio di testimone: come in effetti faceva affermando il falso e tacendo in tutto o in parte ciò che era a sua conoscenza in ordine al ruolo di Silvio Berlusconi nella struttura di società offshore creata dallo stesso Mills, struttura fuori bilancio utilizzata nel corso del tempo per attività illegali e operazioni riservate del gruppo Fininvest.[105]»

Davanti ai giudici, in particolare, Mills «ometteva di dichiarare quanto a sua conoscenza in ordine alla proprietà e al controllo delle società offshore del Fininvest B group e di conseguenza non rivelava che delle stesse erano beneficiari Silvio Berlusconi, Carlo Bernasconi e Livio Gironi, e che il controllo sulle stesse era esercitato da fiduciari della famiglia Berlusconi» e di «riferire la circostanza del colloquio telefonico intercorso nella notte del 24 novembre 1995 con Silvio Berlusconi in ordine alla società All Iberian e al finanziamento da 10 miliardi di lire erogato tramite All Iberian a Bettino Craxi».

Il 17 febbraio 2009 Mills è stato condannato dal tribunale di Milano a 4 anni e 6 mesi per aver ricevuto quei 600.000 dollari e per aver testimoniato due volte il falso nell'ambito dei suddetti procedimenti giudiziari.[106][107] Il legale è stato inoltre interdetto per 5 anni dall'esercizio dei pubblici uffici e dovrà risarcire 250.000 euro alla presidenza del consiglio, costituita parte civile.[106] La posizione di Berlusconi è invece stata stralciata in attesa che la Consulta si pronunciasse sulla costituzionalità del Lodo Alfano, dichiarato decaduto nell'ottobre 2009.

Il 27 ottobre 2009 la corte d'appello ha confermato la sentenza di primo grado, ovvero la condanna a 4 anni e 6 mesi a Mills per aver ricevuto 600.000 dollari da Silvio Berlusconi per testimoniare il falso in 2 processi, quello su All Iberian e quello sulle tangenti alla Guardia di Finanza.[108]

Il 25 febbraio 2010 il procuratore generale della cassazione Gianfranco Ciani chiede il proscioglimento per prescrizione del reato per Mills. Secondo il procuratore il reato dovrebbe considerarsi effettuato l'11 novembre del 1999, quando "Mills, in proprio, e non come gestore del patrimonio altrui, fornisce istruzioni per il trasferimento dei circa 600 mila dollari dal fondo di investimento Giano Capital al fondo Torrey" e non il 29 febbraio 2000 quando si era verificata l'effettiva disponibilità del denaro, come invece valutato dalla Corte di appello, e la differente data porterebbe il reato ad essere prescritto. Il procuratore nella requisitoria evidenziava anche che "il ritardo del passaggio finale nell'intestazione delle quote non incide sul momento consumativo della prescrizione ma trae origine dalla volontà di Mills di rendere difficoltosa la ricostruzione di questo illecito passaggio di soldi e la sua origine" e che "quanto c'è incertezza sulla data di commissione di un reato, da sempre vale la regola del favor rei: e il decorrere della prescrizione va fissato nel momento più favorevole all'imputato". Il procuratore generale ha anche richiesto che venga rigettato il ricorso della difesa contro il risarcimento danni (stimato di 250.000 euro) alla Presidenza del Consiglio (parte civile nel processo), imposto nei due gradi di giudizio precedenti. La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta del procuratore generale, dichiarando la sentenza di condanna:

«[...]annullata senza rinvio, perché il reato è estinto per prescrizione, maturata il 23 dicembre 2009. [...] Al riguardo deve osservarsi che, alla stregua delle valutazioni dianzi effettuate, risulta verificata la sussistenza degli estremi del reato di corruzione in atti giudiziari, dal quale discende il diritto al risarcimento della parte civile. [...] Nella fattispecie in esame, la Corte di merito ha legittimamente ritenuto che il MILLS, con il suo comportamento configurante reato, ha cagionato alla pubblica Amministrazione un danno di natura non patrimoniale, riconoscibile anche per le persone giuridiche. Tale danno deriva dalla lesione degli interessi di imparzialità e di buon andamento dell’amministrazione della giustizia (rappresentata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri), risultando seriamente leso un diritto inviolabile riconosciuto dalla Costituzione. [...] Vanno confermate, conseguentemente, le statuizioni civili ed il ricorrente va condannato alla refusione degli onorari di parte civile del grado.[109][110][111]»

Il 25 febbraio 2012 Silvio Berlusconi è stato prosciolto dal reato ascritto per intervenuta prescrizione. Dal momento che che i giudici hanno l'obbligo di scegliere la formula più favorevole, non è stato possibile trovare le condizioni per assolvere l'imputato.[112][113] Secondo le motivazioni del dispositivo, le prove presentate dall'accusa sarebbero comunque state insufficienti per conseguire una sentenza di condanna nei confronti dell'imputato e non si sarebbe raggiunta in ogni caso alcuna verità processuale, ritenendo altresì inutilizzabili ai fini del giudizio le confessioni rese per iscritto dall'avvocato inglese David Mills.[114][115][116]

Voli di Stato

Il 3 giugno 2009 Silvio Berlusconi è stato iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di abuso d'ufficio[117] da Giovanni Ferrara, il procuratore della Repubblica di Roma. Le indagini si riferiscono ad un presunto abuso nell'utilizzo degli aerei del 31º stormo dell'Aeronautica militare di stanza a Ciampino, finalizzato al trasporto del Presidente del Consiglio e di altre persone (tra cui Mariano Apicella) ad una serata di intrattenimento tenutasi in Sardegna, a Villa Certosa.

Il 16 giugno 2009 la Procura ha richiesto l'archiviazione delle indagini dopo aver accertato che su tutti i voli era presente almeno una persona autorizzata ad usufruirne (Berlusconi), constatando che per il resto «l'utilizzo della flotta non è disciplinato da alcuna disposizione di legge o regolamento, ma soltanto da direttive della Presidenza del consiglio dei ministri». Anche l'ipotesi di peculato, avanzata in un primo tempo, è stata scartata (appoggiandosi su una sentenza della Cassazione risalente al 2007).[118]

Inchiesta di Trani

Nel marzo 2010 Silvio Berlusconi ed il commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni Giancarlo Innocenzi sono stati formalmente iscritti nel registro degli indagati della procura di Trani. Secondo il pm Michele Ruggiero, Berlusconi avrebbe esercitato «pressioni sull'Agcom per arrivare alla chiusura di Annozero». In altre intercettazioni della Guardia di finanza di Bari, invece, il premier si lamenterebbe anche di Ballarò e Parla con me.[119]

Il 19 luglio 2011 la Procura di Roma, che si occupava dell'inchiesta, fece decadere le ipotesi di concussione e minacce. Il reato per cui Silvio Berlusconi risultava indagato era dunque abuso d'ufficio insieme a Giancarlo Innocenzi e a Mauro Masi, quest'ultimo già direttore generale della RAI.[120]

Il 27 ottobre 2011 la Procura di Roma, dopo ulteriori approfondimenti investigativi, chiese che l'inchiesta venisse conclusa con l'archiviazione per tutti gli indagati. Alla base della richiesta di archiviazione vi era la mancanza di una violazione di legge e l'inesistenza di un danno certo.[121][122][123]

Il 31 gennaio 2013 il presidente dei Gip di Roma Carlo Figliolia accolse la richiesta dei procuratori disponendo l'archiviazione per le posizioni di Silvio Berlusconi e degli altri indagati.[124]

Il caso Ruby

Le accuse sono conseguenti alla vicenda della allora diciassettenne marocchina Karima El Mahroug (Fkih Ben Salah, 1º novembre 1992), detta Ruby Rubacuori, accompagnata per identificazione in quanto sospettata di furto e priva di documenti di riconoscimento, nella serata del 27 maggio 2010 presso la Questura di Milano di via Fatebenefratelli.[125] Intorno alle 18.15 una volante della polizia intervenne in Corso Buenos Aires 23, in seguito alla denuncia di un furto di circa 3.000 euro[126] fatta da Caterina "Katia" Pasquino, coinquilina di Ruby[127]. La brasiliana Michelle Conceicao Santos de Oliveira, dopo aver chiamato senza successo Giuseppe Spinelli e Nicole Minetti, decise di telefonare all'allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per avvertirlo[128]. Passate le 23.00, durante le operazioni di foto-segnalamento, Berlusconi e un membro della sua scorta personale telefonarono al Capo di Gabinetto della Questura, Dott. Pietro Ostuni, che al momento non si trovava fisicamente negli uffici della Questura ma presso la propria abitazione. Nelle telefonate gli facevano presente che presso le camere dei fermati della Questura era stata accompagnata una ragazza di origini nordafricane, gli chiedevano informazioni in merito al suo status in quanto la stessa veniva segnalata come una parente dell'allora presidente egiziano Hosni Mubarak. Inoltre affermarono che a breve sarebbe giunta sul posto per prenderla in affidamento Nicole Minetti (consigliere regionale del PdL) con incarico presso la presidenza del Consiglio dei ministri.[129][126] Ostuni contattò quindi la dott.ssa Giorgia Iafrate, funzionario responsabile di turno presso la Questura, riferendogli la telefonata occorsa con la Presidenza del Consiglio, gli chiese di accelerare le operazioni di identificazione e di affidare successivamente Ruby alla consigliera regionale Minetti[130][126]. Verso le 24.00 Nicole Minetti arrivò in Questura dichiarandosi disponibile a ricevere l'affidamento della ragazza facendo da garante[126] e le fu spiegato che bisogna attendere l'autorizzazione del P.M. di turno della Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori, Anna Maria Fiorillo,[129][131]. Nonostante l'identificazione avesse appurato che Karima El Mahroug non era di nazionalità egiziana, ma di origine marocchina e nonostante Annamaria Fiorillo cui spettava la decisione sull'affidamento di Ruby, avesse disposto di trattenerla presso i locali della Questura per la notte per poi destinarla il mattino successivo in una comunità protetta, la stessa fu data in affido alla consigliera regionale Nicole Minetti[132][133][134][135][136]. In Questura entrarono anche Miriam Loddo, ex "meteorina" che partecipò qualche volta a Uomini e donne[137][138][139] e Michelle Conceicao[138] la quale portò Ruby a casa sua[140].

Il primo giornale ad interessarsi della vicenda fu il Fatto Quotidiano con un articolo del 26 ottobre 2010 firmato da Gianni Barbacetto.[141]

Il 21 dicembre 2010 Silvio Berlusconi in merito ai fatti sopra descritti venne indagato dalla Procura di Milano per concussione, in quanto abusò della sua "qualità" di Presidente del Consiglio per esercitare una indebita pressione sui funzionari della Questura di Milano per il rilascio di Ruby al fine di coprire il più grave reato di prostituzione minorile, poiché dalle successive indagini emerse che nella sua residenza di Arcore si sarebbero svolti in più occasioni delle sorte di "festini a luci rosse" a cui avrebbero partecipato diverse ragazze dello spettacolo tra cui la stessa consigliera regionale Nicole Minetti e l'allora minorenne Ruby che avrebbero fornito prestazioni sessuali in cambio di denaro e favori[142].

Ruby fu interrogata dai pubblici ministeri di Milano il 2, il 6, il 22 luglio e due volte il 3 agosto 2010 (la prima tra le 9.40 e le 15.55 e la seconda a partire dalle 17,25)[143]. Il 22 luglio accennò per la prima volta a Silvio Berlusconi spiegando che gli regalò una collana e che lo incontrò due volte ad Arcore[144]. Nel primo interrogatorio del 3 agosto ha affermato che durante la prima sera passata ad Arcore (14 febbraio 2010) Berlusconi, a cui aveva detto di avere 24 anni, le propose di avere un rapporto sessuale con lui, anche se non ne parlò esplicitamente: le chiese di partecipare con le altre al "bunga bunga", cioè un gioco erotico copiato da Gheddafi «nel quale le ragazze si spogliano e devono fargli provare piaceri corporei». Lei rifiutò e il premier le consegnò una busta con 46mila euro ed un orologio Lockman.[143][145] Nello stesso interrogatorio Ruby parlò del secondo, e per lei ultimo, incontro avvenuto «sempre ad Arcore, nel mese di marzo 2010», anche se le analisi degli spostamenti del telefonino la posizionano in quella villa nuovamente a febbraio e, successivamente, ad aprile[143]. In questo secondo incontro ammise di essere minorenne per potersi farsi intestare una casa e Berlusconi le rispose che avrebbe dovuto dire a tutti di essere la nipote di Mubarak al fine di giustificare i suoi regali[143][146][147]. Quella sera assistette al "bunga bunga" senza prenderne parte: «Nel bunga bunga tutte le ragazze erano nude ed ebbi la sensazione che vi fosse un effetto emulativo tra di loro per farsi notare da Berlusconi con atti sessuali sempre più spinti»[143].

In alcune intercettazioni successive allo scandalo Ruby affermò di avere nascosto tantissime informazioni durante gli interrogatori e che avrebbe voluto uscire da quella situazione con qualcosa[148]. Secondo queste registrazioni, inoltre, Berlusconi le disse che l'avrebbe pagata quanto voleva purché lei negasse tutto e non parlasse, anche a costo di fingersi pazza[149][150][151][152][153]. La ragazza, perciò, avrebbe negato al fine di salvaguardarlo e per avere un tornaconto personale dicendo che il premier pensava che lei avesse 24 anni anche se ne aveva 16 e che nel momento in cui lo scoprì la buttò «fuori di casa».[154] Assieme al suo avvocato, chiesero a Berlusconi 5 milioni di euro in cambio delle sue smentite[155][150] ed egli accettò[150].

Il "bunga bunga" è presente anche in altre testimonianze: dopo la cena, in un locale della villa adibito a discoteca, tutte le ragazze invitate ballano «in modo piuttosto volgare», alcune indossano dei costumi da infermiera o da poliziotta, altre fanno degli spogliarelli, ma tutte «mettono in mostra fondoschiena e seni», poi toccano e baciano Berlusconi ed Emilio Fede (se presente) seduti su dei divanetti, si fanno toccare il seno, le parti intime e il sedere[156][157][158][159]. Alcune foto scattate da cinque delle ragazze presenti ad Arcore sono state allegate agli atti dell'inchiesta perché documentano «dati rilevanti ai fini dell'indagine»; tra queste Barbara Guerra dentro un costume da poliziotta molto scollato che tiene in mano un paio di manette e alcuni scatti di baci saffici[160][161].

In seguito Ruby ha affermato di non aver mai parlato del "bunga bunga" neanche ai giudici e di non saperne niente[162], di essere stata tre volte ad Arcore dove ha solamente cenato senza vedere né escort e né festini[163] e di non avere «mai fatto sesso col premier, mai chiesti 5 milioni, mai fatto la prostituta»[164]. Berlusconi, invece, ha spiegato che le ragazze ballavano e «facevano delle gare di burlesque»[165] e che il "bunga bunga" è «una piacevolezza»[166]. Berlusconi ha affermato in tribunale di non aver mai avuto «alcun tipo di rapporto intimo» con la ragazza e che «tutti avevamo l'assoluta convinzione che Ruby fosse maggiorenne sia perché diceva che aveva 24 anni, sia per il suo aspetto fisico, sia per il suo modo di fare».[167] Inoltre ha aggiunto che fu la ragazza a dire di essere egiziana e di appartenere ad una famiglia imparentata con Mubarak[167], non di esserne la nipote[168][169], e che le diede del denaro per permetterle di aprire un centro estetico[170].

Michelle Conceicao, testimone chiave del processo, durante l'interrogatorio con Ilda Boccassini spiegò che nelle residenze del Presidente del Consiglio si svolgevano delle normali cene, ma, come lei stessa ha ammesso, riuscì ad imbrogliarla, dicendo di non sapere quando invece sapeva «tutto»[128]. In seguito ha affermato di aver visto esplicitamente Ruby avere un rapporto sessuale con Berlusconi la notte del 25 aprile 2010:

«Quella notte, come sempre, Berlusconi ha scelto con chi andare in camera. Tra le ragazze in quei momenti c'è molta competizione. Anche perché quelle che si fermano per la notte prendono cinquemila euro o anche di più, le altre mille o duemila al massimo. Ruby era già stata ad Arcore e ci sperava molto. Invece quella notte il presidente ha voluto solo Barbara Guerra [...] La Barbara è una delle ragazze storiche del bunga bunga. Quella notte però esagerava. La porta della camera era socchiusa. Io ero nella stanza vicina, con altre ragazze. C'era anche Ruby, era riuscita a inserirsi anche lei. Sbirciavamo di nascosto. E ridevamo tra di noi: guarda lei come finge... A un certo punto non si sente più niente. La Barbara esce: "Si è addormentato". Io scoppio a ridere. E intanto Ruby, più veloce delle altre, s'infila dentro e chiude la porta»

Il 14 gennaio 2011 il procuratore Edmondo Bruti Liberati fa pervenire al parlamento la domanda di autorizzazione a procedere con le perquisizioni[171]. Il 4 febbraio 2011 la Camera con 298 sì, 315 no e nessun astenuto respinge la richiesta di perquisizione negli uffici del dottor Giuseppe Spinelli, ragioniere personale di Berlusconi.

Il 7 febbraio 2011 due italiani si sono recati a Fkih Ben Salah, il paese natale di Karima El Marough in Marocco, proponendo ad una funzionaria pubblica dell'anagrafe di cambiare l'anno di nascita d Ruby, dal 1992 al 1990, in cambio di un'ingente somma di denaro. In questo modo sarebbe risultata maggiorenne all'epoca delle sue frequentazioni ad Arcore, ma l'impiegata rifiutò di farsi corrompere.[172] Circa un mese dopo Berlusconi affermò più volte di avere le prove che la ragazza non era minorenne nel momento in cui iniziarono a frequentarsi, ma che era «stata registrata all'anagrafe due anni dopo essere nata». Giunse a questa conclusione anche grazie ad una verifica nel suo paese di origine.[173][174]

Il 15 febbraio 2011 Silvio Berlusconi viene rinviato a giudizio con rito immediato con un decreto depositato dal giudice per le indagini preliminari Cristina Di Censo.[175] La prima udienza è stata il 6 aprile.[176]

Il 5 aprile 2011 la Camera con 314 sì e 302 no vota il conflitto di attribuzione tra Parlamento e Procura di Milano davanti alla Corte Costituzionale nei confronti del premier Berlusconi asserendo che il reato di concussione è di competenza del Tribunale dei Ministri, in quanto Berlusconi agì nelle sue funzioni di premier per far rilasciare la ragazza dalla Questura di Milano, mentre quello di prostituzione minorile è di competenza della Procura di Monza, in quanto i presunti festini sarebbero avvenuti ad Arcore, zona di competenza della Procura di Monza[177]. Il 14 settembre 2011 anche il Senato approva con 151 sì, 129 no e 2 astenuti il medesimo conflitto di attribuzione. Gli avvocati di Berlusconi chiedono una sospensione del processo in attesa del pronunciamento tra meno di 5 mesi della Consulta. Tale richiesta pero è rigettata dal Collegio giudicante e il processo va avanti in attesa del verdetto.

Il 3 ottobre 2011 nell'ambito della stessa vicenda, ma in un procedimento penale separato, sono stati rinviati a giudizio Nicole Minetti, l'allora direttore del TG4 Emilio Fede e il manager e talent scout Lele Mora, imputati per induzione e favoreggiamento della prostizione minorile.[178][179]

Il 14 febbraio 2012 la Corte Costituzionale rigetta le richieste di Camera e Senato. La Corte ha ritenuto tale conflitto «simile» a quello dell'inchiesta sull'ex Guardasigilli del Governo Prodi Clemente Mastella sostenuto del Senato che aveva affermato l'illegittimità degli atti delle procure di Santa Maria Capua Vetere e di Napoli, chiedendo la trasmissione degli atti al Tribunale dei ministri. Dopo la decisione il processo va avanti mantenendo la propria sede al Tribunale di Milano.[180]

Il 10 dicembre 2012 Ruby non si presenta al processo senza presentare alcuna giustificazione[181][182], ma il giorno seguente fa sapere di trovarsi in Messico e che tornerà in Italia a gennaio[183][184]. Il 14 gennaio 2013 viene chiamata nuovamente a testimoniare, ma, arrivata in tribunale, non depone in quanto l'accusa rinuncia alla sua testimonianza, accordandosi con la Procura per l'acquisizione dei verbali resi da Ruby in sede di indagini preliminari[185]. Lo stesso giorno i legali della difesa chiedono uno stop del processo per le elezioni (legittimo impedimento) che, però, viene rifiutato dai giudici perché "la campagna elettorale non è riconducibile all'attività parlamentare in senso proprio o in senso lato".[185] Il 21 gennaio gli avvocati Ghedini e Longo hanno chiesto un'altra sospensione del processo perché loro due sarebbero stati impegnati nella campagna elettorale, ma i giudici l'hanno rifiutata e hanno stabilito che la sentenza sarà emessa dopo le elezioni.[186] La richiesta di legittimo impedimento avanzata il 4 febbraio è stata accettata e il processo è stato rinviato all'11 febbraio.[187]

Unipol

Il 7 febbraio 2012 Silvio Berlusconi viene rinviato a giudizio con l'accusa di avere divulgato intercettazioni protette dal segreto d'ufficio effettuate durante le indagini riguardanti la scalata alla Banca Nazionale del Lavoro tentata nel 2005 dall'Unipol, gruppo assicurativo guidato in quel periodo da Giovanni Consorte, poi dimessosi da tutti gli incarichi societari per il suo coinvolgimento nella vicenda bancopoli. Le trascrizioni di queste intercettazioni riportano, in particolare, una conversazione avvenuta il 17 luglio 2005 tra Consorte e l'allora segretario dei Democratici di Sinistra Piero Fassino il quale nella telefonata sembrava fare intendere che la scalata era stata appoggiata anche politicamente dal suo partito.[188][189]

Il 20 dicembre 2012 Il procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli ha chiesto un anno di reclusione per Silvio Berlusconi con l'accusa di rivelazione di segreto d'ufficio, mentre per il fratello Paolo tre anni e tre mesi per concorso in rivelazione di segreto d'ufficio e ricettazione[190]; sempre nello stesso giorno Piero Fassino ha chiesto un milione di euro di risarcimento.[191] La sentenza di primo grado era inizialmente attesa per il 7 febbraio 2013[192], ma a causa delle elezioni (in cui Silvio Berlusconi si è candidato per il Senato) il verdetto è stato rinviato di un mese (7 marzo[193]).

Laurea di Antonio Di Pietro

Berlusconi ha più volte messo in dubbio la legittimità della laurea dell'ex magistrato Antonio Di Pietro, affermando durante un comizio e in una puntata di Porta a Porta che Di Pietro aveva ottenuto il suo titolo di studio non superando i relativi esami ma con la complicità dei servizi segreti deviati, allo scopo di avere un magistrato in grado di rovesciare i partiti della Prima Repubblica. Di Pietro ha querelato Berlusconi per diffamazione aggravata. Il 5 ottobre 2010 il tribunale di Viterbo ha ritenuto Berlusconi non punibile, ma il 19 gennaio 2012 tale sentenza è stata annullata dalla Cassazione, che ha ordinato un nuovo processo.[194][195]

Opinioni

Silvio Berlusconi, in diverse dichiarazioni rilasciate alla stampa, ha avanzato l'ipotesi che i processi penali a cui è stato sottoposto a più riprese costituirebbero una manifesta persecuzione giudiziaria orchestrata da quelle che lui definisce "toghe rosse", cioè da magistrati vicini ai partiti e alle ideologie di sinistra (vedi Magistratura democratica), che utilizzerebbero illegittimamente la giustizia a fini di lotta politica,[196][197] nonostante le prime indagini siano di gran lunga precedenti (1979) alla "discesa in campo" di Silvio Berlusconi (1994). Silvio Berlusconi ha però più volte ribadito che le indagini hanno seguito la sua discesa in campo, e ha denunciato i magistrati milanesi, presso la procura di Brescia, per il reato di attentato ad organo costituzionale. La denuncia è stata archiviata, e nelle motivazioni si legge:

«Risulta dall'esame degli atti che, contrariamente a quanto si desume dalle prospettazioni del denunciante, le iniziative giudiziarie [...] avevano preceduto e non seguito la decisione di "scendere in campo"»

Altri commentatori affermano invece che la fondazione fulminea di un nuovo partito, Forza Italia, sarebbe stata solo un metodo per evitare la bancarotta o addirittura il carcere[198] grazie alle cosiddette leggi ad personam varate dai governi da lui presieduti. Affermano inoltre che, sebbene sia vero che Berlusconi non abbia mai subito alcuna condanna definitiva (nei gradi precedenti, invece, ne ha avute alcune) nei processi che lo riguardano, di fatto in alcuni casi gli sarebbe stata addebitata la responsabilità dei reati contestatigli e che solamente il sopraggiungere della prescrizione, di un'amnistia o di norme più favorevoli, redatte ad hoc dai suoi avvocati difensori (principalmente Niccolò Ghedini e Piero Longo, membri del Parlamento eletti con il PDL) e approvate dalla sua maggioranza parlamentare, lo avrebbe salvato da una sicura condanna. Riguardo all'accusa sulle "toghe rosse", essi sostengono infine che Berlusconi abbia, in virtù della rilevanza sociale che gli derivata dalla nomina a Presidente del Consiglio, al contrario tratto giovamento dal riconoscimento, da parte dei giudici, delle attenuanti generiche rispetto ad altri imputati, tra cui Cesare Previti.[199]

Note

  1. ^ Dal rinvio a giudizio con Mister B. alla prescrizione l'avventuroso processo all'avvocato Mills, in la Repubblica, 25 febbraio 2010. URL consultato il 7 ottobre 2011.
  2. ^ Peter Gomez, Marco Travaglio, E continuavano a chiamarlo impunità, Roma, Editori Riuniti, 2007, ISBN 978-88-359-5965-6.
  3. ^ Cassazione: Mills fu reticente e favorì Berlusconi nei processi, in Corriere della Sera, 21 aprile 2011. URL consultato l'11 ottobre 2011.
  4. ^ Cassazione, Mills fu teste reticente, in ANSA, 21 aprile 2011. URL consultato il 7 ottobre 2011.
  5. ^ Biondani Paolo, Berruti, da inquisitore a dipendente, in Corriere della Sera, 2 giugno 2005. URL consultato il 7 ottobre 2011.
  6. ^ Max Parisi, Un impero di prestanome, in La Padania, 8 luglio 1998, 2-3. URL consultato il 7 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 9 dicembre 2000).
  7. ^ Marco Travaglio, Peter Gomez, Berlusconi (PDF), su giannivattimo.it, Gianni Vattimo, 2003 (archiviato il 18 gennaio 2012).
  8. ^ Peter Gomez, Marco Travaglio, Le mille balle blu, Rizzoli, marzo 2006, p. 9, ISBN 88-17-00943-1.
  9. ^ Berlusconi dal giudice per un interrogatorio sull'iscrizione alla P2, in la Repubblica, 14 febbraio 1990, p. 12. URL consultato il 7 ottobre 2011.
  10. ^ a b Antonino Caponnetto, Quando Berlusconi testimoniò sulla P2, in la Repubblica, 21 aprile 1998, p. 11. URL consultato il 7 ottobre 2011.
  11. ^ Falsa testimonianza, amnistiato Berlusconi, in la Repubblica, 11 novembre 1990, p. 14. URL consultato l'11 ottobre 2011.
  12. ^ Giovanni Ruggeri, Mario Guarino, Berlusconi: inchiesta sul signor TV, Milano, Kaos edizioni, 1994, ISBN 88-7953-034-8. URL consultato il 7 ottobre 2011.
  13. ^ Mario Guarino, L'orgia del potere: testimonianze, scandali e rivelazioni su Silvio Berlusconi, Bari, Edizioni Dedalo, 2005, ISBN 88-220-5349-4.
  14. ^ Piero Colaprico, Luca Fazzo, 'Presidente, l'accusiamo...', in la Repubblica, 23 novembre 1994, p. 2. URL consultato il 7 ottobre 2011.
  15. ^ Giovanni Valentini, Un passo indietro obbligatorio, in la Repubblica, 15 ottobre 1995, p. 1. URL consultato il 7 ottobre 2011.
  16. ^ Processo Berlusconi, ressa di TV, in la Repubblica, 16 gennaio 1996, p. 5. URL consultato il 7 ottobre 2011.
  17. ^ Luca Fazzo, Berlusconi è colpevole, in la Repubblica, 8 luglio 1998, p. 2. URL consultato il 7 ottobre 2011.
  18. ^ Tangenti alle Fiamme Gialle. Berlusconi assolto in appello, in la Repubblica, 9 maggio 2000. URL consultato il 7 ottobre 2011.
  19. ^ Tangenti alle Fiamme Gialle. Assolto Silvio Berlusconi, in la Repubblica, 19 ottobre 2001. URL consultato il 7 ottobre 2011.
  20. ^ Luigi Ferrarella, Caso Sme verso la sentenza, in Corriere della Sera, 26 ottobre 2004, p. 16. URL consultato il 9 ottobre 2011.
  21. ^ Gomez, Travaglio, p. 2277
  22. ^ Luca Fazzo, Berlusconi e Craxi alla sbarra, in la Repubblica, 13 luglio 1996, p. 7. URL consultato il 7 ottobre 2011.
  23. ^ Luca Fazzo, Proprietà occultate nei paradisi fiscali, in la Repubblica, 30 gennaio 2001, p. 11. URL consultato il 7 ottobre 2011.
  24. ^ Anja Pieroni: riprese vietate ai minori, in la Repubblica, 22 novembre 1996, p. 10. URL consultato il 7 ottobre 2011.
  25. ^ All Iberian, diviso il processo, in la Repubblica, 18 giugno 1998, p. 10. URL consultato il 7 ottobre 2011.
  26. ^ Tv, nuove accuse alla Fininvest, in la Repubblica, 13 gennaio 1999, p. 16. URL consultato il 7 ottobre 2011.
  27. ^ Luca Fazzo, Craxi e Berlusconi condannati insieme, in la Repubblica, 14 luglio 1998, p. 2. URL consultato il 7 ottobre 2011.
  28. ^ Luca Fazzo, All Iberian, è prescrizione, in la Repubblica, 7 ottobre 2011, p. 4. URL consultato il 7 ottobre 2011.
  29. ^ Pier Francesco Fedrizzi, Berlusconi innocente a metà, in la Repubblica, 20 dicembre 2000, p. 28. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  30. ^ Luca Fazzo, All Iberian, bocciato il pool, in la Repubblica, 13 marzo 1999, p. 6. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  31. ^ Luca Fazzo, All Iberian, Berlusconi a giudizio, in la Repubblica, 24 novembre 1999, p. 7.
  32. ^ Marco Mensurati, All Iberian, tutto da rifare, in la Repubblica, 10 febbraio 2001, p. 4. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  33. ^ a b c Decreto legislativo 11 aprile 2002, n. 61, in materia di "Disciplina degli illeciti penali e amministrativi riguardanti le societa' commerciali, a norma dell'articolo 11 della legge 3 ottobre 2001, n. 366"
  34. ^ Pier Francesco Fedrizzi, Rogatorie, siluro alla legge, in la Repubblica, 13 novembre 2001, p. 24. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  35. ^ Agenda, in la Repubblica, 10 gennaio 2002, p. 6. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  36. ^ All Iberian, anche il pm dice sì alla prescrizione, in la Repubblica, 20 luglio 2002, p. 21. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  37. ^ Luca Fazio, Quel reato non esiste più All Iberian, Berlusconi assolto, in la Repubblica, 27 settembre 2005, p. 2. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  38. ^ Luca Fazzo, Fondi neri, indagati i Berlusconi, in la Repubblica, 1º febbraio 1995, p. 6. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  39. ^ Luca Fazzo, A processo per Lentini, in la Repubblica, 29 maggio 1998, p. 6. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  40. ^ Saltano i processi per Tangentopoli, in la Repubblica, 9 luglio 1999, p. 2. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  41. ^ Pier Francesco Fedrizzi, Caso Lentini, prosciolti Berlusconi e Galliani, in la Repubblica, 6 novembre 2002, p. 9. URL consultato il 9 ottobre 2011.
  42. ^ Falso in bilancio depenalizzato processo Lentini verso la conclusione, in la Repubblica, 12 marzo 2002, p. 20. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  43. ^ Legge 3 ottobre 2001, n. 366, in materia di "Delega al Governo per la riforma del diritto societario"
  44. ^ Caso Lentini, reati prescritti, in la Repubblica, 5 luglio 2002, p. 22. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  45. ^ Codice di procedura penale, articolo 129 (Obbligo della immediata declaratoria di determinate cause di non punibilità), primo comma: In ogni stato e grado del processo, il giudice, il quale riconosce che il fatto non sussiste o che l'imputato non lo ha commesso o che il fatto non costituisce reato o non è previsto dalla legge come reato ovvero che il reato è estinto o che manca una condizione di procedibilità, lo dichiara di ufficio con sentenza.
  46. ^ Giustizia. Berlusconi assolto nel processo Medusa, in Rainews 24, 9 febbraio 2000. URL consultato l'8 ottobre 2011 (archiviato il 14 luglio 2011).
  47. ^ Caso Medusa. La Cassazione assolve definitivamente Berlusconi, in Rainews 24, 1º ottobre 2001. URL consultato l'8 ottobre 2011 (archiviato il 9 giugno 2011).
  48. ^ Patrimonio ingente, Berlusconi non sapeva, in Corriere della Sera, 11 luglio 2000. URL consultato il 7 ottobre 2011.
  49. ^ Paolo Biondani, I terreni di Macherio. Chiesti sedici mesi per Silvio Berlusconi, in Corriere della Sera, 22 gennaio 1999, p. 14. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  50. ^ Paolo Biondani, Berlusconi, nuova assoluzione in appello, in Corriere della Sera, 29 ottobre 1999, p. 7. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  51. ^ Luigi Ferrarella, Roberto Bagnoli, Mondadori, prosciolti Berlusconi e Previti, in Corriere della Sera, 20 giugno 2000, p. 5. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  52. ^ Mondadori, Berlusconi prescritto a giudizio Previti e gli altri, in la Repubblica, 25 giugno 2001. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  53. ^ Felice Froio, Il cavaliere incantatore: chi è veramente Berlusconi, Edizioni Dedalo, 2003, pag. 208, ISBN 88-220-6266-3. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  54. ^ Cir: maxi risarcimento da Fininvest. De Benedetti: sentenza fa giustizia, in la Repubblica, 3 ottobre 2009. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  55. ^ Canale 5 pedina il giudice Mesiano, su tv.repubblica.it, la Repubblica, 16 ottobre 2009. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  56. ^ Emilio Randacio, Lodo Mondadori, Fininvest condannata: dovrà pagare 560 milioni alla Cir, in la Repubblica, 9 luglio 2011. URL consultato il 9 luglio 2011.
  57. ^ Pier Francesco Fedrizzi, Fondi riservati Fininvest indagato anche Berlusconi, in la Repubblica, 30 gennaio 2011, p. 11. URL consultato il 9 ottobre 2011.
  58. ^ Paolo Biondani, Luigi Ferrarella, Conti Fininvest, Berlusconi verso il processo, in Corriere della Sera, 30 gennaio 2011, p. 11. URL consultato il 9 ottobre 2011.
  59. ^ Fininvest, nell'inchiesta giro da 1.500 miliardi, in la Repubblica, 30 giugno 2001. URL consultato il 9 ottobre 2011.
  60. ^ Paolo Biondaini, Fondi neri Fininvest: reati prescritti, processo inutile, in Corriere della Sera, 14 febbraio 2003, p. 15. URL consultato l'11 ottobre 2011.
  61. ^ Fondi neri Fininvest: Berlusconi prosciolto, in la Repubblica, 14 febbraio 2003. URL consultato l'11 ottobre 2011.
  62. ^ Pier Francesco Fedrizzi, Con il nuovo falso in bilancio finisce il processo Fininvest, in la Repubblica, 15 gennaio 2002, p. 6. URL consultato il 9 ottobre 2011.
  63. ^ Dossier Berlusconi (PDF), in l'Unità, 13 luglio 2003, p. 6. URL consultato il 10 ottobre 2011.
  64. ^ Fondi Fininvest, la Procura ricorre in Cassazione, in la Repubblica, 5 marzo 2003, p. 20. URL consultato il 10 ottobre 2011.
  65. ^ Marco Travaglio, Lodo Castellano (PDF), in l'Unità, 17 aprile 2004, p. 12. URL consultato il 10 ottobre 2011.
  66. ^ Cassazione, conti Fininvest: reati estinti per il premier, in Corriere della Sera, 15 aprile 2004, p. 15. URL consultato il 10 ottobre 2011.
  67. ^ Appello Sme, Berlusconi assolto, in Tgcom, 27 aprile 2007. URL consultato l'8 ottobre 2011 (archiviato il 23 ottobre 2012).
  68. ^ Processo Sme, Berlusconi assolto "Il falso in bilancio non è più reato", in la Repubblica, 30 gennaio 2008. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  69. ^ La storia di un’inchiesta e dei suoi due imputati eccellenti, in La Nuova Sardegna, 10 dicembre 2003, p. 43. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  70. ^ Tribunale di Caltanissetta, Decreto di archiviazione (N. 1370/98 R.G.N.R.) (N. 908/99 R.G.I.P.) (PDF), su societacivile.it, 3 maggio 2002. URL consultato l'8 ottobre 2011 (archiviato il 28 dicembre 2012).
  71. ^ a b Francesco Viviano, Stragi di Capaci e via D'Amelio archiviazione per Berlusconi, in la Repubblica, 4 maggio 2002. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  72. ^ Francesco Viviano, Mafia, il giudice archivia l'inchiesta su Berlusconi, in la Repubblica, 1º aprile 1997, p. 12. URL consultato l'11 ottobre 2011.
  73. ^ Attilio Bolzoni, Quelle nebbie misteriose sulle origini della Fininvest, in la Repubblica, 29 novembre 2009. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  74. ^ Attilio Bolzoni, Giuseppe D'Avanzo, Ma quella zona grigia è nella sentenza del tribunale, in la Repubblica, 30 novembre 2009, p. 4. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  75. ^ «Diffamate le Coop», Berlusconi indagato, in Corriere della Sera, 11 febbraio 2006. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  76. ^ Berlusconi diffamò le Coop, ma non va processato, in Corriere della Sera, 22 marzo 2007, p. 27. URL consultato il 9 ottobre 2011.
  77. ^ Berlusconi assolto per il caso Telecinco, in Corriere della Sera, 18 ottobre 2008, p. 25. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  78. ^ Giuseppe D'Avanzo, Tv e mercato dei voti, Berlusconi indagato per corruzione, in la Repubblica, 12 dicembre 2007, p. 1. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  79. ^ Berlusconi indagato per corruzione, in Corriere della Sera, 12 dicembre 2007. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  80. ^ Pronto Silvio?, su espresso.repubblica.it, L'Espresso, 26 giugno 2008. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  81. ^ Telefonate Berlusconi-Saccà. Inchiesta trasferita a Roma, in la Repubblica, 7 luglio 2008. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  82. ^ Raifiction, archiviato il caso Berlusconi-Saccà, in la Repubblica, 20 aprile 2009. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  83. ^ Caso Berlusconi-Saccà: distrutte le intercettazioni, in Il Giornale, 24 aprile 2009. URL consultato l'8 ottobre 2011 (archiviato il 3 agosto 2012).
  84. ^ Pronto Silvio, sono Saccà, in l'Espresso, 20 dicembre 2007. URL consultato il 15 gennaio 2012.
  85. ^ Milano, chiusa l'indagine Mediaset. Berlusconi verso il rinvio a giudizio, in la Repubblica, 19 febbraio 2005. URL consultato il 6 ottobre 2011.
  86. ^ Chiesto il rinvio a giudizio per Berlusconi, in Corriere della Sera, 27 aprile 2005. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  87. ^ Luigi Ferrarella, I pm: 3 anni e 8 mesi di carcere a Berlusconi, in Corriere della Sera, 19 giugno 2012, p. 22. URL consultato il 27 giugno 2012.
  88. ^ Legge 31 luglio 2006, n. 241
  89. ^ Processo Mediaset, Berlusconi condannato. 4 anni di reclusione per frode fiscale, in la Repubblica, 26 ottobre 2012. URL consultato il 26 ottobre 2012.
  90. ^ Processo Mediaset, 4 anni a Berlusconi. Replica in tv : «Giudici da paese incivile», in il Corriere della Sera, 26 ottobre 2012. URL consultato il 26 ottobre 2012.
  91. ^ Processo Mediaset Depositato il ricorso "Pregiudizi contro Berlusconi", in Il Giorno, 9 novembre 2012 (archiviato il 4 dicembre 2012).
  92. ^ Diritti tv, 'no' dei giudici a Berlusconi. "Nessun rinvio a causa delle elezioni", in la Repubblica, 18 gennaio 2013.
  93. ^ Marco Mensurati, Diritti tv, perquisizione a Mediaset, in la Repubblica, 15 ottobre 2005, p. 25. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  94. ^ Luigi Ferrarella, Frode sui diritti tv, per Berlusconi richiesta di rinvio a giudizio, in Corriere della Sera, 9 aprile 2010. URL consultato il 9 ottobre 2011.
  95. ^ Caso Mediatrade, prosciolto Berlusconi, in Corriere della Sera, 18 ottobre 2011. URL consultato il 18 ottobre 2011.
  96. ^ Mediatrade,prosciolto Berlusconi,a giudizio P.Silvio, Confalonieri, in Reuters, 18 ottobre 2011. URL consultato il 18 ottobre 2011.
  97. ^ Mediatrade, Berlusconi prosciolto. Respinto il ricorso dei pm di Milano, in IlFattoQuotidiano.it, 18 maggio 2012. URL consultato il 19 maggio 2012.
  98. ^ Berlusconi indagato anche a Roma. "Ipotesi evasione fiscale e reati tributari", in la Repubblica, 15 ottobre 2010. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  99. ^ Sacchettoni Ilaria, Mediatrade, Berlusconi rischia il processo, in Corriere della Sera, 1º luglio 2011, p. 11. URL consultato l'11 ottobre 2011.
  100. ^ Haver Flavio, Inchiesta Mediatrade Il pm: Berlusconi a processo per frode, in Corriere della Sera, 17 febbraio 2012, p. 25. URL consultato l'11 marzo 2012.
  101. ^ Diritti tv, Berlusconi prescritto e assolto, in Corriere della Sera, 27 giugno 2012.
  102. ^ Ferrarella Luigi, "Agrama non era socio occulto di Berlusconi", in Corriere della Sera, 1º agosto 2012, p. 19. URL consultato l'11 agosto 2012.
  103. ^ Mediatrade Roma, il giudice: "Agrama non era socio occulto di Berlusconi", in il Fatto Quotidiano, 1º agosto 2012. URL consultato l'11 agosto 2012.
  104. ^ Mediatrade/ Pm Roma in Cassazione contro assoluzione Berlusconi, in TM News, 15 ottobre 2012. URL consultato il 28 ottobre 2012 (archiviato il 28 ottobre 2012).
  105. ^ Luca Fazzo, "Corruzione, Berlusconi a processo". I pm: "Pagò il silenzio di Mills", in la Repubblica, 17 febbraio 2006. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  106. ^ a b Milano, «David Mills fu corrotto». Condannato a 4 anni e 6 mesi, in Corriere della Sera, 17 febbraio 2009. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  107. ^ Filmato audio Italia dei Valori, David Mills condannato a 4 anni e 6 mesi, su YouTube, 17 febbraio 2009.
  108. ^ Mills condannato in appello: "Fu corrotto da Berlusconi", in la Repubblica, 27 ottobre 2009. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  109. ^ Cassazione, prescrizione per Mills, in Corriere della Sera, 25 febbraio 2010. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  110. ^ La Cassazione annulla la condanna di Mills per prescrizione, in Il Sole 24 Ore, 25 febbraio 2010. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  111. ^ Cassazione penale SS.UU. 15208/2010, Testo della sentenza, su diritto-in-rete.com, www.diritto-in-rete.com, 21 aprile 2010. URL consultato l'8 ottobre 2011 (archiviato il 27 dicembre 2012).
  112. ^ Sentenza Mills, prescrizione per Berlusconi, in TGcom24, 25 febbraio 2012. URL consultato il 25 febbraio 2012.
  113. ^ Processo Mills, Silvio Berlusconi prosciolto per prescrizione, in Corriere della Sera, 25 febbraio 2012. URL consultato il 25 febbraio 2012.
  114. ^ Luigi Ferrarella, Mills, la lettera-confessione non vale contro Berlusconi, in Corriere della Sera, 15 maggio 2012, p. 22. URL consultato il 19 maggio 2012.
  115. ^ Berlusconi, processo Mills: giudici contro giudici, in LiberoQuotidiano.it, 15 maggio 2012. URL consultato il 19 maggio 2012.
  116. ^ Processo Mills, le scelte solitarie del giudice Vitale e la lettera "cancellata", in IlFattoQuotidiano.it. URL consultato il 19 maggio 2012.
  117. ^ Carlo Bonini, Elsa Vinci, Voli di Stato, Berlusconi indagato gli atti al Tribunale dei ministri, in la Repubblica, 4 giugno 2009, p. 2. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  118. ^ Marino Bisso, La Procura chiede l' archiviazione per i voli di Stato in Sardegna, in la Repubblica, 17 giugno 2009, p. 6. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  119. ^ Berlusconi indagato per "Annozero", in La Stampa, 12 marzo 2010. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  120. ^ Maria Elena Vincenzi, Pressioni contro Santoro, indagato Berlusconi, in la Repubblica, 20 luglio 2011, p. 4. URL consultato l'11 ottobre 2011.
  121. ^ Pressioni Berlusconi contro Annozero, procura Roma chiede archiviazione, in Il Messaggero, 27 ottobre 2011. URL consultato il 29 ottobre 2011.
  122. ^ Pressioni di Berlusconi per chiudere Annozero, la procura chiede l’archiviazione, in Il Fatto Quotidiano, 27 ottobre 2011. URL consultato il 29 ottobre 2011.
  123. ^ Pm: archiviare posizione Berlusconi, stesse richieste per Masi e Innocenzi, in la Repubblica, 27 ottobre 2011. URL consultato il 29 ottobre 2011.
  124. ^ Caso Santoro, archiviate le posizioni di Berlusconi, Masi e Innocenzi, in la Repubblica, 31 gennaio 2012. URL consultato il 31 gennaio 2012.
  125. ^ Ruby, le feste e il Cavaliere. "La mia verità sulle notti ad Arcore", in la Repubblica, 28 ottobre 2010. URL consultato il 17 gennaio 2013.
  126. ^ a b c d Ecco il rapporto che informò Maroni. "Così il premier intervenne quella notte", in la Repubblica, 31 ottobre 2010. URL consultato il 17 gennaio 2013.
  127. ^ Ruby, l'ex amica: «Si vantava di fare sesso con Berlusconi, ma diceva tante bugie», in Corriere della Sera, 26 marzo 2012. URL consultato il 17 gennaio 2013.
  128. ^ a b Michelle Conceicao a La7: "Ho imbrogliato la Boccassini", in la Repubblica, 6 aprile 2011. URL consultato il 16 gennaio 2013.
  129. ^ a b Fiorenza Sarzanini, «Conosciamo questa ragazza non portatela in un centro», in Corriere della Sera, 30 ottobre 2010. URL consultato il 17 gennaio 2013.
  130. ^ Quella maledetta notte in questura. L’interrogatorio del capo di gabinetto Ostuni, in Il Fatto Quotidiano, 1º marzo 2011. URL consultato il 26 ottobre 2012.
  131. ^ "Silvio mi disse: vai in questura e chiedi di prenderla in affido", in la Repubblica, 30 ottobre 2010. URL consultato il 17 gennaio 2013.
  132. ^ Milano, la scelta del pm dei minori. "Ruby doveva andare in comunità", in la Repubblica, 30 ottobre 2010. URL consultato il 17 gennaio 2013.
  133. ^ Ruby, il pm minori smentisce Maroni. "Mai dato l'autorizzazione all'affido", in la Repubblica, 10 novembre 2010. URL consultato il 17 gennaio 2013.
  134. ^ Pm Fiorillo: "Con la Questura ebbi un alterco. Nipote di Mubarak? E io sono Nefertiti, risposi", in la Repubblica, 11 novembre 2010. URL consultato il 17 gennaio 2013.
  135. ^ Maroni non ha detto la verità, in Il Corriere della Sera, 14 novembre 2010. URL consultato il 26 ottobre 2012.
  136. ^ «Pm non autorizzò affidamento di Ruby a Minetti: la questura non la chiamò», in Il Messaggero, 31 ottobre 2010. URL consultato il 26 ottobre 2012.
  137. ^ Caso Ruby: Loddo, ero in questura per fermo Karima, in Libero. URL consultato il 17 gennaio 2013.
  138. ^ a b c Paolo Biondani, Ruby, la teste che inchioda B., in l'Espresso, 8 giugno 2012. URL consultato il 16 gennaio 2013.
  139. ^ Ruby: anche la Loddo in Questura per salvare "l’amica Lucia". Cioè Berlusconi, in il Fatto Quotidiano, 11 maggio 2012. URL consultato il 17 gennaio 2013.
  140. ^ Dopo la telefonata di B. in questura Ruby andò via con una prostituta, in il Fatto Quotidiano, 20 gennaio 2011. URL consultato il 17 gennaio 2013.
  141. ^ Il premier e la minorenne. Indagine della procura a Milano, in il Fatto Quotidiano, 26 ottobre 2010. URL consultato il 17 gennaio 2013.
  142. ^ Processo Ruby, Boccassini: "Un attacco militare per farla rilasciare", in Il Fatto Quotidiano, 15 giugno 2011. URL consultato il 26 ottobre 2012.
  143. ^ a b c d e "Tutte nude al bunga bunga e quand'ero in questura Silvio aveva paura", in la Repubblica, 18 febbraio 2011. URL consultato il 17 gennaio 2013.
  144. ^ "Soldi, gioielli, abiti firmati. Silvio mi copriva di regali", in la Repubblica, 20 febbraio 2011. URL consultato il 17 gennaio 2013.
  145. ^ Ruby: "Il bunga bunga e l'harem", in la Repubblica, 18 febbraio 2011. URL consultato il 15 gennaio 2013.
  146. ^ Ruby: "Berlusconi sapeva che ero minorenne", in la Repubblica, 16 febbraio 2011. URL consultato il 14 gennaio 2013.
  147. ^ Ruby: "Come nacque la storia di Mubarak", in la Repubblica, 18 febbraio 2011. URL consultato il 15 gennaio 2013.
  148. ^ Ruby: ecco le intercettazioni, in la Repubblica, 18 gennaio 2011. URL consultato il 16 gennaio 2013.
  149. ^ Ruby con il padre: Mi danno un sacco di soldi, in la Repubblica, 23 aprile 2012. URL consultato il 16 gennaio 2013.
  150. ^ a b c Ruby con Sergio: "Berlusconi mi dà 5 milioni di euro", in la Repubblica, 23 aprile 2012. URL consultato il 17 gennaio 2013.
  151. ^ Ruby ad Antonella: "Silvio mi dava 47mila euro a settimana", in la Repubblica, 23 aprile 2012. URL consultato il 17 gennaio 2013.
  152. ^ Ruby con l'amica: "Fai la pazza, ti copro d'oro ma non dire la verità", in la Repubblica, 23 aprile 2012. URL consultato il 17 gennaio 2013.
  153. ^ Ruby: "E' come con Noemi Letizia, solo che io sono minorenne", in la Repubblica, 23 aprile 2012. URL consultato il 17 gennaio 2013.
  154. ^ Ruby: ecco le intercettazioni / 4, in la Repubblica, 18 gennaio 2011. URL consultato il 16 gennaio 2013.
  155. ^ Ruby: ecco le intercettazioni / 3, in la Repubblica, 18 gennaio 2011. URL consultato il 16 gennaio 2013.
  156. ^ Le notti del bunga bunga nelle parole di M.T., in la Repubblica, 18 gennaio 2011. URL consultato il 15 gennaio 2013.
  157. ^ Nuova testimone: il presidente toccava le gemelle, in la Repubblica, 27 gennaio 2011. URL consultato il 16 gennaio 2013.
  158. ^ 'Il presidente faceva sesso con più donne assieme', in la Repubblica, 28 gennaio 2011. URL consultato il 15 gennaio 2013.
  159. ^ Così funziona il bunga bunga, in la Repubblica, 13 aprile 2011. URL consultato il 15 gennaio 2013.
  160. ^ Arcore, ecco le foto delle notti hard di Silvio, in l'Unità, 20 marzo 2011. URL consultato il 16 gennaio 2013.
  161. ^ (EN) Silvio Berlusconi's 'bunga bunga' pictures revealed, in The Telegraph, 22 marzo 2011. URL consultato il 16 gennaio 2013.
  162. ^ Ruby e il bunga-bunga, in la Repubblica, 10 gennaio 2011. URL consultato il 15 gennaio 2013.
  163. ^ Ruby racconta le feste di Arcore, in la Repubblica, 10 gennaio 2011. URL consultato il 15 gennaio 2013.
  164. ^ L'intervista di Ruby a Signorini. "Mai fatto sesso con Berlusconi", in la Repubblica, 19 gennaio 2011. URL consultato il 16 gennaio 2013.
  165. ^ Berlusconi: "Travestimenti? Erano gare di burlesque", in la Repubblica, 20 aprile 2012. URL consultato il 15 gennaio 2013.
  166. ^ Berlusconi: "Bunga bunga? Una piacevolezza, nessun reato", in la Repubblica, 15 gennaio 2013. URL consultato il 16 gennaio 2013.
  167. ^ a b Processo Ruby, Silvio Berlusconi in aula. "Mai scene di natura sessuale a casa mia", in la Repubblica, 19 ottobre 2012. URL consultato il 14 gennaio 2013.
  168. ^ Berlusconi: "Mantengo le ragazze rovinate dai pm", in la Repubblica, 20 aprile 2012. URL consultato il 16 gennaio 2013.
  169. ^ Berlusconi a Sky tg24: "Ruby, mai detto fosse nipote Mubarak", in la Repubblica, 2 gennaio 2013. URL consultato il 16 gennaio 2013.
  170. ^ "Soldi a Ruby per non farla prostituire", in la Repubblica, 11 aprile 2011. URL consultato il 16 gennaio 2013.
  171. ^ Domanda di autorizzazione ad eseguire perquisizioni domiciliari (PDF), su speciali.espresso.repubblica.it, l'Espresso. URL consultato il 16 gennaio 2013.
  172. ^ Soldi per cambiare l’età di Ruby. Chi li ha mandati?, in Il Fatto Quotidiano, 10 marzo 2011. URL consultato il 15 gennaio 2013.
  173. ^ Il premier cala l'asso: Ruby era maggiorenne, in il Giornale, 3 marzo 2011. URL consultato il 15 gennaio 2013 (archiviato il 15 gennaio 2013).
  174. ^ «Ho le prove, Ruby non era minorenne», in Corriere della Sera, 3 marzo 2011. URL consultato il 15 gennaio 2013.
  175. ^ Cristina Di Censo, Decreto di giudizio immediato (N. 5657/11 R.G.N.R.) (N. 1297/11 R.G.G.I.P.) (PDF), su archiviopenale.it, Archivio Penale, 15 febbraio 2011. URL consultato il 17 gennaio 2013 (archiviato il 28 dicembre 2012).
  176. ^ Il gip: "C'è la prova, processate Berlusconi". Giudizio immediato, prima udienza il 6 aprile, in la Repubblica, 15 febbraio 2011. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  177. ^ Caso Ruby, la maggioranza tiene. «Il processo via da Milano», in Corriere della Sera, 5 aprile 2011. URL consultato il 16 gennaio 2013.
  178. ^ Ruby, i pm: “Da Fede, Mora e Minetti sistema per fornire prostitute a Berlusconi”, in Il Fatto Quotidiano, 3 ottobre 2011. URL consultato il 27 ottobre 2012.
  179. ^ Ruby 2: Fede, Mora e Minetti a giudizio, in Corriere della Sera, 3 ottobre 2011. URL consultato il 27 ottobre 2012.
  180. ^ La Consulta ignora Camera e Senato: sì al processo Ruby, in il Giornale, 15 febbraio 2012. URL consultato il 14 gennaio 2013.
  181. ^ Berlusconi a processo, Ruby non si trova. I giudici: «Cercatela in tutto il Paese», in Corriere della Sera, 10 dicembre 2012. URL consultato il 14 gennaio 2013.
  182. ^ Ruby non si presenta al processo. E la Boccassini attacca Berlusconi, in la Repubblica, 10 dicembre 2012. URL consultato il 14 gennaio 2013.
  183. ^ Ruby: «Sono in Messico, torno a gennaio», in Corriere della Sera, 11 dicembre 2012. URL consultato il 14 gennaio 2013.
  184. ^ Ruby: "Mi trovo in Messico e tornerò in Italia a gennaio", in la Repubblica, 11 dicembre 2012. URL consultato il 14 gennaio 2013.
  185. ^ a b "Processo a Berlusconi, no allo stop. Ruby non sarà sentita come testimone", in Corriere della Sera, 14 gennaio 2013. URL consultato il 16 gennaio 2013.
  186. ^ I giudici del processo sul caso Ruby: "La sentenza arriverà dopo le elezioni", in la Repubblica, 21 gennaio 2013. URL consultato il 21 gennaio 2013.
  187. ^ Ruby, sì al legittimo impedimento. Il processo rinviato all'11 febbraio, in la Repubblica, 4 febbraio 2013. URL consultato il 6 febbraio 2013.
  188. ^ Unipol, Berlusconi va a processo, in Corriere della Sera, 7 febbraio 2012. URL consultato il 7 febbraio 2012.
  189. ^ Sergio Bocconi, La rivincita di Cimbri e delle polizze Coop. Niente Bnl, ora il bis con la compagnia, in Corriere della sera, 14 gennaio 2012, 50-51. URL consultato il 27 febbraio 2012.
  190. ^ Caso Unipol, chiesto un anno per Silvio Berlusconi, in la repubblica, 20 dicembre 2012. URL consultato il 14 gennaio 2013.
  191. ^ Unipol: Fassino chiede 1mln a Berlusconi, in ANSA, 20 dicembre 2012. URL consultato il 14 gennaio 2013 (archiviato il 14 gennaio 2013).
  192. ^ Bnl-Unipol, attesa sentenza il 7 febbraio per fratelli Berlusconi, in Reuters Italia, 10 gennaio 2013. URL consultato il 14 gennaio 2013 (archiviato il 14 gennaio 2013).
  193. ^ Unipol, i giudici dicono sì alla difesa. Sentenza su Berlusconi dopo il voto, in la Repubblica, 17 gennaio 2013. URL consultato il 18 gennaio 2013.
  194. ^ Cassazione: Berlusconi accusato di diffamazione a Di Pietro, si riparte da zero, in Adnkronos, 19 gennaio 2012. URL consultato il 23 maggio 2012 (archiviato il 1º novembre 2011).
  195. ^ Cassazione: Berlusconi accusato di diffamazione a Di Pietro, si riparte da zero, in LiberoQuotidiano.it, 19 gennaio 2012. URL consultato il 23 maggio 2012 (archiviato il 4 agosto 2012).
  196. ^ Bruno Vespa, La scossa : il cambiamento italiano nel mondo che trema, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2001, ISBN 88-04-48952-9.
  197. ^ Gomez, Travaglio, pp. 73, 77-79, 87
  198. ^ Curzio Maltese, Sinistra, giudici, Rai ora basta con le guerre, in la Repubblica, 25 giugno 2000, p. 11. URL consultato l'8 ottobre 2011.
  199. ^ Gomez, Travaglio, pp. 463-464

Altri progetti