Atina: differenze tra le versioni

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Attualmente Atina non ha rango di [[diocesi]], ma la sua [[prepositura]] è incorporata nella sede vescovile dell'Abbazia di Montecassino.
Attualmente Atina non ha rango di [[diocesi]], ma la sua [[prepositura]] è incorporata nella sede vescovile dell'Abbazia di Montecassino.


Molte notizie sulla successione dei vescovi di Atina provengono da [[Pietro Diacono]], che fu ospitato per vari anni nella città: la critica storica più recente le considera in gran parte false o falsificate <ref>Herbert Bloch, ''The Atina dossier of Peter the Diacon on Monte Cassino''. Città del Vaticano, Biblioteca apostolica vaticana, 1998 e - versione più sintetica in italiano - ''Un romanzo agiografico del XII secolo: gli scritti su Atina di Pietro Diacono di Montecassino''. 8. conferenza dell'Unione Internazionale degli Istituti di Archeologia, Storia e Storia dell'Arte in Roma (31 ottobre 1990). Roma, 1991.</ref>
Molte notizie sulla successione dei vescovi di Atina provengono da [[Pietro Diacono]], che fu ospitato per vari anni nella città: la critica storica più recente le considera in gran parte false o falsificate. <ref>Herbert Bloch, ''The Atina dossier of Peter the Diacon on Monte Cassino''. Città del Vaticano, Biblioteca apostolica vaticana, 1998 e - versione più sintetica in italiano - ''Un romanzo agiografico del XII secolo: gli scritti su Atina di Pietro Diacono di Montecassino''. 8. conferenza dell'Unione Internazionale degli Istituti di Archeologia, Storia e Storia dell'Arte in Roma (31 ottobre 1990). Roma, 1991.</ref>


Dal [[966]] la diocesi di Atina fu suffraganea dell'[[arcidiocesi di Capua]].
Dal [[966]] la diocesi di Atina fu suffraganea dell'[[arcidiocesi di Capua]].

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Template:Comune Atina è un comune di 4.541 abitanti della provincia di Frosinone.

Fa parte della Comunità Montana "Valle di Comino".

Geografia fisica

I Monti Bianchi.

La città occupa buona parte di una collina che si sviluppa nella Valle di Comino al margine occidentale di un complesso montuoso di dolomie bianche, detto Monti Bianchi, che culmina in località il Colle (430 m. s.l.m.) propaggine occidentale del centro storico di Atina.

Se la città antica è completamente arroccata su un colle che agli antichi doveva apparire inespugnabile, per cui fu detta da Virgilio Atina potens, edifici moderni e complessi residenziali si sono sviluppati nella sottostante valle del Melfa dando vita ad un vero e proprio centro abitato speculare: Ponte Melfa. Una serie di politiche urbanistiche dal dopoguerra hanno favorito il collocamento di diverse sedi comunali e servizi nella pianura sottostante il centro storico dando vita così all'unico vero e proprio polo commerciale della Valle di Comino.

Il resto del territorio comunale racchiude nel suo perimetro un paesaggio piuttosto variegato; a sud presso il valico Cancello-Capo di China (504 m. s.l.m.) sullo spartiacque tra Melfa e Rapido passa il confine con Belmonte Castello che prosegue verso ovest sui monti di Montattico fino ad includere il Pizzo del Prato Caselle (1365 m. s.l.m.) e l'altopiano carsico de la Soda. La linea quindi continua verso nord, lungo la pianura del Melfa (340 m. s.l.m. ca.) dove lambisce le colline di Gallinaro fino a Rosanisco dove, a est, incontrato il comune di Villa Latina, risale sui Monti Bianchi, e senza raggiungere le cime, torna al Capo di China.

Un piccolo corso d'acqua, oltre il Melfa, entra nel suo territorio presso la frazione Le Sode: il Rio Molle.

Clima

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Atina.

Secondo i dati medi del trentennio 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +6,1 °C, mentre quella del mese più caldo, agosto, è di +23,3 °C [1].

ATINA Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 9,710,611,216,220,325,428,929,124,919,213,310,310,215,927,819,118,3
T. min. media (°C) 2,53,14,07,611,015,217,517,615,210,86,74,33,37,516,810,99,6

Geologia e geomorfologia

L'area che ricade nel territorio di Atina può essere suddivisa in quattro zone principali.

  • Dolomie dei Monti Bianchi
  • Calcari avana del gruppo di Montattico
  • Marne di Gallinaro
  • Depositi alluvionali lungo il Melfa.
Rilievi e cime principali
Nome Altezza Coordinate Gruppo montuoso
Pizzo del Parato Caselle 1365 41°51', 13°76' Montattico
Monte Prato 1087 41°61',13°77' Montattico
Il Monte 722 41°61',13°81' Monti Bianchi
Monte Cicuto 652 41°62',13°76' Montattico
Colle Santo Stefano 577 41°61',13°80' Monti Bianchi (a ridosso del centro storico)


Storia

Il palazzo ducale di Atina.

Origini

La leggenda attribuisce ad Atina origini antichissime: sarebbe stata fondata da Saturno nella mitica età dell'oro, insieme ad altre 5 città del Lazio che cominciano con la lettera A. Le fonti storiche e letterarie attestano con ragionevole certezza la sua esistenza in età preromana: è noto che in un passo dell'Eneide Virgilio la inserì tra le città che prepararono le armi in soccorso di Turno contro Enea.[2]

Storia antica

Con tutta probabilità fu una città volsca, posta lungo la strada che congiungeva Sora con Casinum. Nel IV secolo a.C., quando al limitare della Valle del Liri la crescente potenza dei Sanniti viene in contatto con la presenza romana, la troviamo tra le città della Lega Sannitica, quasi certamente appartenente alla grande tribù dei Pentri, come Alife, Cassino e Venafro[3]. Atina aveva un ruolo importante non solo per le vie di comunicazione tra Sannio, Campania e basso Lazio, ma anche per la vicinanza alle miniere di ferro del monte Meta[4] Conquistata dai Romani nel corso delle guerre sannitiche e inserita nella tribù Teretina, divenne prefettura e poi municipio. Fornì alla repubblica e all'impero validi amministratori e militari, soprattutto dopo la conclusione della guerra sociale nel 90 a.C. e la definitiva acquisizione della cittadinanza romana: Cicerone la definisce "Atina madre di molti uomini illustri, tanto che nessuna città d'Italia può dirsi più ricca" [5]. Nell'organizzazione territoriale di Augusto fu inclusa nella I Regio, Lazio e Campania.

Medioevo

La chiesa di San Marco e ruderi romani.

Distrutta dai Longobardi, fu ricostruita nel 626 ed entrò a far parte del Ducato di Benevento, poi della contea di Capua e infine del regno unificato dai Normanni. Alla fine del secolo XII fa parte dei domini di Monte Cassino; in seguito rientra nei possessi dei conti d'Aquino. Nel 1349 fu distrutta da un rovinoso terremoto e ricostruita qualche decennio dopo. Come buona parte della Valle di Comino fu inserita nella contea e poi ducato di Alvito, sotto i Cantelmo, i Folch de Cardona e i Gallio, sia pure con una sua peculiare fisionomia cittadina.

Lo stesso argomento in dettaglio: Contea di Alvito e Ducato di Alvito.

Età moderna e contemporanea

La ferriera Mancini di Rosanisco.

All'iniziativa dei Visocchi è dovuta l'introduzione della cartiera nel 1845 e, sul finire del secolo, della connessa centrale idroelettrica di Castellone, nel territorio di Picinisco, che sfruttava la caduta delle acque del Melfa attraverso una condotta forzata. Lo sfruttamento delle miniere di ferro (prevalentemente limonite) del Meta, a cui la storia di Atina e della Valle di Comino è legata fin dalla più remota antichità, continuò con alterne vicende anche nell'epoca moderna, ed ebbe una ripresa a partire dal 1774, con la costruzione di una ferriera nella Valle di Canneto, chiusa nel 1799 durante l'occupazione francese. Nel 1852 il governo borbonico pensò ad uno sfruttamento deciso delle risorse minerarie della zona, con la costruzione della Magona o Ferriera in località Rosanisco.[6] Questo progetto, che era in fase di completamento, si fermò dopo l'occupazione piemontese del 1860.

  • Razionalismo industriale
  • Soppressione della Diocesi di Atina
  • Crisi industriale, dopoguerra e sedi istituzionali.
  • Ponte Melfa

Monumenti e luoghi d'interesse

La cattedrale di Santa Maria Assunta.

Palazzo Cantelmo

Lo stesso argomento in dettaglio: Castello Cantelmo (Alvito) e Ducato di Alvito.

Il Palazzo Cantelmo, detto anche palazzo ducale, fu costruito dopo il terremoto del 1349, nello stesso luogo dove era posta la rocca dei d'Aquino. Attualmente è sede del comune. Ha avuto nel corso del tempo diversi restauri. La facciata presenta 2 torrioni, di cui solo il destro è compiuta, bifore gotiche e rosoni. Sul portone d'ingresso è raffigurato lo stemma dei Cantelmo. All'interno è presente la cappella di Sant'Onofrio. Davanti alla facciata c'è una statua togata di epoca romana; nel cortile interno si trovano diverse epigrafi e resti di colonne.

Cattedrale

La cattedrale di Atina, denominata anche Parrocchiale dell'Assunta, o Cattedrale di Santa Maria Assunta, nell'attuale veste architettonica fu iniziata nel 1725 e terminata nel 1746. Sorge sul luogo della primitiva cattedrale paleocristiana edificata, secondo la tradizione, sui resti del tempio di Saturno dal vescovo Leone. Sulla facciata ha due bassi campanili. Nell'interno, a tre navate, sono visibili un battistero barocco in legno, tele del pittore Aloisio Volpi e gli affreschi dell'atinate Teodoro Mancini (1796-1868). Di fronte c'è la piazza Marconi, delimitata dal porticato del Palazzo della prepositura (o del vescovato).

Museo Civico e Biblioteca

Lo stesso argomento in dettaglio: Museo archeologico di Atina.

Hanno sede in corso Vittorio Emanuele. Il museo, con cinque sale di esposizione, conserva reperti provenienti da Atina e da paesi circostanti della Valcomino, come la le località Omini morti di San Biagio Saracinisco e di Pescarola di Casalvieri. Il materiale archeologico consiste in iscrizioni, ceramica preromana e romana, mosaici, sepolture con corredo funerario. Notevoli tre affreschi del XIV secolo provenienti dal palazzo ducale. La Biblioteca è ricca di volumi di notevole interesse per la storia e l'archeologia della Valle di Comino

Mura poligonali e resti di epoca romana

Avanzi di mura poligonali - costruite in tempi diversi con varie tipologie (3 maniere)- si riscontrano nel centro e nelle zone adiacenti. Al di là degli aspetti leggendari, relativi sia alla datazione che all'estensione, sono comunque databili con buona approssimazione tra il VII e il II secolo a.C. Della grande Porta aurea oggi resta solo la denominazione. In piazza Garibaldi è visibile il cippo funerario del monumento funebre di Lucio Elio Aurelio Commodo. Diverse iscrizioni romane si trovano incorporate nei palazzi del centro storico, mentre nella zona cimiteriale di San Marco ci sono gli avanzi di una domus romana. Sul sito del tempio di Giove sembra certo che sia stata costruita la chiesa di San Pietro, analogamente alla cattedrale edificata sul sito del tempio di Saturno. Le tombe romane visibili, che in una mappa del 1910 risultavano 22, sono 3.

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[7]

Religione

Il palazzo del vescovato.

La diocesi

Secondo una tradizione venerabile, ripresa dagli storici atinati Palombo[8] e Tauleri[9] il primo vescovo di Atina sarebbe stato San Marco Galileo, ordinato da San Pietro nel 45. Attualmente Atina non ha rango di diocesi, ma la sua prepositura è incorporata nella sede vescovile dell'Abbazia di Montecassino.

Molte notizie sulla successione dei vescovi di Atina provengono da Pietro Diacono, che fu ospitato per vari anni nella città: la critica storica più recente le considera in gran parte false o falsificate. [10]

Dal 966 la diocesi di Atina fu suffraganea dell'arcidiocesi di Capua.

La prepositura

Nel 1140 fu soppressa definitivamente la diocesi. Al suo posto venne istituita una prepositura comprendente la sola città di Atina e le parrocchie vicine che non erano soggette alle giurisdizioni del vescovo di Sora o dell'abate di Montecassino; i prelati della città eleggevano le autorità e i loro rappresentanti che venivano confermati direttamente dalla Santa Sede. Per un breve periodo attorno al XIII secolo le nomine pastorali non vennero praticate e la Diocesi di Sora ne faceva le veci.

Economia

Grazie anche alla prossimità dei fiumi Melfa e Mollarino, Atina ha sviluppato una notevole attività agricola, con prodotti di qualità come l'olio di oliva, il vino, i fagioli cannellini. A partire dall'inizio dell'Ottocento l'impegno riformatore della famiglia Visocchi ha comportato l'introduzione di criteri di allevamento razionali e di vitigni selezionati, come il cabernet, di cui è oggi certificata la denominazione di origine controllata "Cabernet di Atina".

Amministrazione

Template:ComuniAmministrazione

  • Vicesindaco: Montesano Cancellara Michelangelo

Note

  1. ^ erg7118.casaccia.enea.it/profili/tabelle/436%20%5BAtina%5D%20capoluogo.Txt Tabella climatica
  2. ^ Eneide, VII, 630
  3. ^ E.T.Salmon, Il Sannio e i Sanniti. Torino, Einaudi, 1983
  4. ^ Sull'importanza del ferro presente nella zona del Meta nell'età antica si veda G.Colasanti, I cercatori di ferro. Roma, 1928
  5. ^ Pro Planco, VIII, 21
  6. ^ Armando Mancini, La magona di Atina. Bologna, Forni, 1987.
  7. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
  8. ^ Marcantonio Palombo, Ecclesiae Atinatis historia, Città del Vaticano, 1996. 2 v.
  9. ^ Buonaventura Tauleri, Memorie istoriche dell'antica città di Atina. Napoli, Muzio, 1702
  10. ^ Herbert Bloch, The Atina dossier of Peter the Diacon on Monte Cassino. Città del Vaticano, Biblioteca apostolica vaticana, 1998 e - versione più sintetica in italiano - Un romanzo agiografico del XII secolo: gli scritti su Atina di Pietro Diacono di Montecassino. 8. conferenza dell'Unione Internazionale degli Istituti di Archeologia, Storia e Storia dell'Arte in Roma (31 ottobre 1990). Roma, 1991.

Bibliografia

  • Mancini A., La storia di Atina, Arnaldo Forni Ed., Sala Bolognese (BO) 1994.
  • Vizzaccaro T, Atina e la Val di Comino, Lamberti Ed, Cassino (FR) 1982.

Altri progetti

Collegamenti esterni

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